Lo dico subito, questo editoriale è un mix. Parto da una cosa per arrivare a parlare di un’altra. Non scriverò del fallimento azzurro agli Europei, abbiamo già dato e rischierei di essere stucchevole e ripetitiva. Una cosa però la voglio dire. Vi prego basta con la storia che la scuola italiana degli allenatori è sempre la migliore. Non esiste più una scuola. Non è perché Ancelotti vince sempre o quasi con il Real siamo necessariamente i più bravi, tutt’altro. Tranne qualche eccezione, l’impressione è che ci siamo specchiati troppo dopo ogni vittoria, tanto che dopo ogni vittoria è arrivato un flop fragoroso. Vedi Mancini, vedi Spalletti tanto per citare gli ultimi. Il nostro ego smisurato e quell’Italians do it better ci ha rovinati. Altro che evoluzione, siamo involuti sotto ogni punto di vista. Crediamo di essere fighi, in realtà facciamo tenerezza. Come fanno tenerezza quelli che pensano e che scrivono sui famigerati social che la Copa America sia “solo” Argentina e Brasile perché le altre nazionali sono poca roba. Ecco chi scrive questo non ha visto nemmeno un minuto di Copa America su Sportitalia, ma come al solito scrive tanto per scrivere, per criticare e attaccare in maniera gratuita, per far vedere che “esiste”. In realtà la Copa America è molto più divertente dell’Europeo e ci sta facendo scoprire giocatori nuovi e nazionali nuove come Panama ad esempio. Ci sta facendo riscoprire anche vecchi (non per l’età) giocatori come l’idolo colombiano James Rodriguez. E tutte queste nazionali giocano meglio dell’Italia, ma questa non è una notizia. C’è un’idea di calcio che all’Europeo facciamo fatica a vedere (eccezion fatta per qualcuno). C’è soprattutto il maestro di tutti, quello che ha ispirato totalmente Pep Guardiola e i suoi adepti. Perché tutto parte da Don Marcelo Bielsa. El Loco continua ad essere unico e diverso da tutti, perché il suo calcio è in continua evoluzione e lui non ripropone mai le stesse cose. Il suo Uruguay è magia pura. Al di là dei soliti noti (Valverde e Nunez) ci sono dei giocatori esaltati dal calcio di Bielsa. Fossi un club di Serie A farei di tutto per prendere Maximiliano Araujo, un tornante vecchio stile. E poi Olivera che con il Napoli gioca terzino sinistro mentre con Bielsa gioca centrale e anche bene. Idem Vina, male con Roma e Sassuolo, benissimo con la Celeste. Peccato solo che la parte bassa del tabellone di Copa America sia un girone infernale e qualcuno ne farà le spese.