Una squadra sopra tutte le altre sta caratterizzando un mercato che, con la complicità delle competizioni continentali in corso, sta attraversando una inevitabile fase di riflessione. Si tratta della Juventus, trascinata dalle energie accumulate da Cristiano Giuntoli. Dopo dodici mesi trascorsi (quasi) costretto ad osservare in ossequio a dettami economici da rispettare e dalla conseguente impossibilità di costruire la rivoluzione tattica necessaria anche in panchina, per valorizzare sul campo gli eventuali investimenti, l’uomo mercato dei bianconeri è definitivamente entrato nel personaggio.
E non solo per le manovre di disturbo che da sempre caratterizzano il suo modus operandi, contribuendo a mettere in stand by e rallentare le idee di mercato delle avversarie, ma anche e soprattutto per le illuminazioni che stanno costellando questo giugno di rinascita bianconera.
Grazie alle anticipazioni di Alfredo Pedullà stiamo prefigurando uno scenario estremamente qualitativo per la mediana che verrà messa a disposizione di Thiago Motta: una tempesta perfetta, organizzata al centesimo tra entrate ed uscite e che potrebbe portare allo Stadium interpreti in grado di costruire uno dei reparti più competitivi della Serie A e d’Europa.
L’affare fatto Douglas Luiz porta a Torino dinamismo e piedi educati, un centrocampista completo di tutte le caratteristiche necessarie per renderlo la pietra angolare su cui andare a costruire la struttura di tutto il grattacielo. Valutazione certamente onerosa, quella del brasiliano, ma perfettamente ammortizzata dalle contropartite tecniche inserite nel deal con l’Aston Villa.
Il colpo da maestro sarebbe riuscire ad anticipare la concorrenza che non crede fino in fondo nello sviluppo potenziale di Kephren Thuram. Il fratello e figlio d’arte ha invece tutte le qualità, fisiche e tecniche, per diventare una pedina dominante nel confronto con chiunque gli si possa parare davanti. La situazione contrattuale vantaggiosa offre alla Juventus l’opportunità irripetibile di portarlo a casa ad un prezzo decisamente più basso di quello che sarebbe il suo reale valore di mercato. Valorizzato da un collettivo che ci aspettiamo funzioni con gli stessi meccanismi del Bologna di un anno fa, il giocatore del Nizza può diventare realmente un’arma letale.
Il sogno che Giuntoli sta cavalcando almeno da dicembre, attraverso un certosino lavoro di semina che ha portato il succoso frutto di avere dalla propria parte la preferenza del calciatore, porta il nome di Teun Koopmeiners.
L’olandese ha incantato per tutta la stagione, confermando qualità da top player che erano apparse evidenti sin dai suoi primi approcci con il nostro campionato. L’Atalanta parte da una valutazione molto alta, ma le prospettive costruite attraverso un corteggiamento così lungo portano ad un ottimismo che la Juventus non perderà facilmente.
La stimolante sfida con il resto del gruppo di chi ambirà ai vertici della classifica del nostro campionato, ci porta a riflettere anche su Antonio Conte e sulla sua presentazione fiume come nuovo manager del Napoli.
Un dialogo schietto con i giornalisti presenti, ai quali l’allenatore dei partenopei non si è affatto sottratto confermando se mai ce ne fosse il bisogno, una personalità elettrizzante e che ne ha sempre rappresentato l’assoluto punto di forza. Al di là di quello che dirà il mercato, la sensazione raccolta è che Conte sia la persona migliore per rendere del tutto impermeabile un ambiente come quello di Napoli alle pressioni esterne che appartengono per natura ad una piazza così passionale. E per tenere a bada gli sbalzi d’umore e le dichiarazioni in corso d’opera di De Laurentiis. L’ultimo che riuscì nell’impresa di diventare punto di riferimento assoluto fu Luciano Spalletti, anche attraverso confronti schietti e diretti. L’epilogo lo ricordiamo tutti, e le condizioni per riuscire a riproporre quell’organizzazione non mancano di certo. I nomi in arrivo contano relativamente: quando si sceglie un allenatore con queste caratteristiche la conseguenza di divenire un polo attrattivo per i calciatori è quasi naturale. E oltre a Lukaku, sarà così anche per il Napoli che verrà.
Infine un breve approfondimento ci porta all’Inter, ed alla maniera altrettanto diretta ed irremovibile con la quale il management interista sta trattando le criticità che contraddistinguono ogni sessione di mercato. La stagione della seconda stella fu partorita anche dall’irremovibilità di Piero Ausilio nello scendere a compromessi prima con Lukaku e poi con l’entourage di Samardzic. Una barra dritta che ha portato ai risultati noti, e che i nerazzurri hanno confermato anche nei discorsi legati al rinnovo di Lautaro Martinez ed alle sirene bavaresi orchestrate dall’agente di Cahlanoglu. In entrambi i casi si è chiesto ai diretti interessati, più che ai rappresentanti, di palesare la propria presa di posizione. L’epilogo della storia di entrambi ha tutte le sembianze di un lieto fine.