Primo: non prenderle, diceva Enzo Bearzot. Daniel Garnero, pur se nell’intento ed a parole chiede più coraggio nell’ultima frazione di campo dove servono spunti e fantasia, ha creato un fortino difficile da assaltare per chiunque. Anche per l’Argentina Campione del Mondo: ad ottobre, nonostante il gol ad inizio partita di Otamendi che ha subito indirizzato il match, Messi e compagni sono riusciti a concludere verso la porta avversaria appena in 4 occasioni.
Una vittoria, due pareggi e 3 sconfitte il bilancio alle qualificazioni per il prossimo Mondiale. Due gli 0 a 0 raccolti, ma è il dato sulle reti fatte e subite a dire molto: appena una la rete realizzata, che ha portato 5 punti, soltanto 3 quelle subite. Numeri che raccontano di una squadra impostata per chiudere ogni possibile spazio, con abnegazione ed applicazione tattica ai massimi livelli a partire dagli attaccanti. Il calcio insegna però che le squadre impostate con questa filosofia, se abbinano a quanto detto una certa dose di “fede”, allora possono raggiungere risultati insperati. E di fede ce n’è in Paraguay, regna un certo ottimismo di potersi giocare le proprie carte, se non altro per il fatto di essere diventati un osso duro da battere, per tutte.
Garnero predilige il 4-3-3 come sistema di gioco, alternato al 4-2-3-1. Anche se con la stessa Argentina per esempio è passato alla linea a 3 dietro, che è diventata poi a 5. Non è che rinunciare a giocarsela a viso aperto non possa portare lo stesso ai risultati insomma, come dimostra la vittoria ottenuta proprio qualche giorno dopo la sfida contro l’Albiceleste, contro la Bolivia (1 a 0). Fa specie che quell’unica rete segnata negli ultimi mesi sia stata messa a segno dall’attaccante del Torino Antonio Sanabria, giocatore poi escluso dalla lista per gli Stati Uniti.
Garnero di sicuro conosce meglio di tanti altri il materiale a disposizione, avendo vinto ben otto titoli del campionato paraguaiano con l’Olimpia Asuncion ed il Club Liberdad. Lui i migliori giocatori che il Paraguay ha avuto negli ultimi anni li ha avuti quasi tutti per le mani, da Julio Enciso a Diego Gomez, che non sarà nella manifestazione per infortunio, fino alle vecchie glorie Oscar Cardozo e Roque Santa Cruz.
In questo panorama tecnico-tattico comunque, i nomi per sperare di poter essere una sorpresa non mancano, posto che debba andare per il meglio la strategia adottata per arrivare ai risultati. In un torneo come la Copa America, sicuramente saper reggere l’urto di avversarie anche molto forti può portare a raccogliere punti, soprattutto considerando che sulla carta incrocerà avversarie decisamente più attrezzate fin dal girone. Brasile e Colombia sono almeno una-due spanne sopra, la prima per le individualità, la seconda per il grande percorso che sta facendo, oltre che per i nomi in sé. Con il Costa Rica se la potrà giocare, ma sarà soltanto il terzo match del girone, dopo dunque aver provato a “resistere” contro le due favorite.
Dalle giocate di Enciso passerà molto delle speranze dell’Albirroja: il Paese si è fermato attendendo il suo pieno recupero per la Copa America dopo l’infortunio patito quest’anno. Poi spazio alla velocità ed alla fisicità. In tal senso ci si aggrappa alla buona vena di Miguel Almiron, il giocatore con più esperienza nel reparto avanzato.
Sorprendere cosa significa per il Paraguay? In questo caso, proprio per la portata del sorteggio, arrivare ai quarti di finale sarebbe già un risultato soddisfacente. Poi bisognerà vedere l’eventuale avversaria nella fase ad eliminazione diretta e soprattutto se in avanti si troverà quella scintilla che è mancata in questi mesi. La tradizione di questa squadra è ottima, con due Copa America vinte, anche se in tempi lontani. Di recente si ricordano il quarto posto ottenuto nel 2015 e soprattutto la semifinale persa nel 2011. In quel caso l’Albirroja arrivò fin lì anche grazie alla capacità di soffrire e di eliminare il Brasile ai calci di rigore. Ecco, se saranno queste le sensazioni che Garnero saprà portare, allora fare una insperata impresa di andare anche più avanti dei quarti non sarà una utopia totale.
Vediamo la rosa di giocatori chiamata dal ct.
Portieri: Carlos Coronel (New York Red Bull), Alfredo Aguilar (Sportivo Luqueño), Rodrigo Morínigo (Libertad)
Il numero uno, scelto fin dal principio della suo mandato da Daniel Garnero, è Carlos Coronel, portiere cresciuto dalla scuderia Red Bull: pur essendo di proprietà del Salisburgo, sta creando la sua fortuna in prestito in MLS da diverse stagioni, con l’ultima fruttuosa esperienza al New York Red Bull dove è giunto alla sua quarta annata, che lo ha portato ad accumulare 9 clean sheet in stagione. Nel 2019/2020 è stato visto all’opera anche in Champions League proprio a Salisburgo, nella fase a gironi.
Alle sue spalle l’esperto Alfredo Aguilar (35 anni) è l’uomo spogliatoio giusto per questo gruppo: da anni è abituato ad essere nel giro della Nazionale pur senza quasi mai scendere in campo. Aiuterà Garnero a creare il giusto clima, anche facendo da chioccia a Rodrigo Morinigo, venticinquenne in forza al Libertad sul quale in Patria ripongono molte speranze per il futuro.
Difensori: Omar Alderete (Getafe), Fabián Balbuena (Dinamo de Moscú), Gustavo Gómez (Palmeiras), Junior Alonso (Krasnodar), Gustavo Velázquez (Newell’s Old Boys), Néstor Giménez (Libertad), Iván Ramírez (Libertad), Matías Espinoza (Libertad).
Il fortino paraguaiano viene eretto in difesa da alcuni uomini chiave, capitanati dal leader maximo Gustavo Gomez. In Italia magari non avremo questo grande ricordo di lui, essendo stato una meteora in un Milan che non vinceva, ma in Sudamerica è sempre stato un capopopolo, che ha accumulato titoli in Brasile al Palmeiras (due campionati e due vittorie consecutive in Copa Libertadores). Le 74 presenze con la Albirroja ne fanno il giocatore di maggior esperienza nel gruppo.
Al suo fianco il fido Omar Alderete, giocatore del Getafe abile in marcatura sul quale Garnero ha iniziato a puntare da questa stagione. Insieme a Gomez forma una coppia difficile da superare in marcatura. Alderete ha superato nelle gerarchie due vecchie colonne, che però rimangono importanti nelle rotazioni e soprattutto nel caso di cambio modulo con passaggio alla linea a 3 (o 5 che di si voglia). Sono Fabian Balbuena, in forza alla Dinamo Kiev, ha già 37 presenze in Nazionale ed è il vice-capitano, non può essere certo considerato una riserva e lo spazio lo trova sempre in un modo o nell’altro. Poi c’è Junior Alonso del Krasnodar, anche lui della vecchia guardia con le sue 54 presenze, messe insieme anche grazie alla capacità di adattarsi nel ruolo di terzino sinistro.
Spazio alle novità sulle fasce. Oltre a Matías Espinoza infatti, terzino titolare sulla sinistra, ecco 3 nomi inediti scelti da Garnero. Il primo è quello di Gustavo Velazquez, che dopo una buona annata al Newell’s è stato premiato a 33 anni con la convocazione dopo più di sette anni. Gioca a destra. Novità assoluta invece quella di Nestor Gimenez, che invece gioca a sinistra, ha buona gamba e Garnero lo ha voluto prima provare contro Cile e Panama di recente, per poi tenerlo con sé. Completa il roster di difensori Ivan Ramirez, anche lui riesumato a 29 anni, è un esterno con spiccate doti offensive che è stato chiamato a fasi alterne in questi anni.
Centrocampisti: Matías Rojas (Inter Miami), Richard Sánchez (América), Andrés Cubas (Vancouver Whitecaps), Mathías Villasanti (Gremio), Damián Bobadilla (Sao Paulo), Hernesto Caballero (Libertad), Fabrizio Peralta (Cerro Porteño)
Per potersi chiamare davvero fortino, una squadra che si rispetti parte dal chiudere gli spazi da ben prima della linea difensiva. Ecco dunque l’accoppiata di mastini in mediana che nessuno vuole affrontare. Andres Cubas in tre anni ai Vancouver Whitecaps in MLS ha toccato la palla nell’area di rigore avversaria soltanto 5 volte. Basta? Al suo fianco Mathias Villasanti, che al Gremio recupera una quantità infinita di palloni e non disegna una regia lineare. Altro mastino è Hernesto Caballero, che verrà chiamato in causa quando (e se) Cubas avrà bisogno di rifiatare, così come il figlio d’arte (suo padre era portiere in prima divisione) Damian Bobadilla, che alla corsa abbina buona tecnica di base. Al San Paolo fatica a trovare spazio, ma ha soltanto 22 anni e tutto il tempo davanti.
Un po’ di tecnica in più cerca di portarla alla causa Matias Rojas, che deve passare la palla a Leo Messi all’Inter Miami. Nasce trequartista, viene spostato da Garnero a fare la mezzala o l’esterno alto nel 4-2-3-1. Ha un buon feeling con il gol, il suo massimo apporto è stato quello garantito con il Defensa y Justicia nel 2010, quando ha messo a segno 10 reti in 22 partite in Superliga. La grande gamba di Richard Sanchez, intesa come corsa, fa di lui un elemento duttile preso in grande considerazione da Garnero che lo utilizza talvolta anche nel tridente offensivo. Completa il reparto Fabrizio Peralta del Cerro Porteño: altra novità assoluta, con i suoi 21 anni rappresenta un altro dei prospetti che l’allenatore ha voluto lanciare in una manifestazione così importante.
Attaccanti: Ramón Sosa (Talleres), Miguel Almirón (Newcastle United), Julio Enciso (Brighton & Hove Albion), Alejandro Romero (Al Ain FC), Adam Bareiro (San Lorenzo), Alex Arce (Liga Deportiva Universitaria), Derlis González (Olimpia), Ángel Romero (Corinthians-BRA)
Arriviamo al reparto dove ci sono le tre stelle più brillanti e splendenti del panorama paraguaiano. E’ d’obbligo cominciare con Miguel Almiron, il più pronto dei tre. Le sue qualità le ha messe in mostra al Newcastle, anche in Champions, dove a sfoderato una grandissima prestazione contro il PSG, nel clamoroso 4 a 1 rifilato nella fase a gironi ai francesi, condita anche da un gol. Per il resto ha passato una stagione rallentata da problemi fisici, nella quale non è riuscito a replicare le 11 reti della passata Premier League, la sua miglior stagione nell’avventura inglese. E’ il leader tecnico e morale del reparto offensivo, che vuole scrollarsi di dosso le cattive sensazioni vissute in questi mesi.
Portieri: Carlos Coronel (New York Red Bull), Alfredo Aguilar (Sportivo Luqueño), Rodrigo Morínigo (Libertad)
Difensori: Omar Alderete (Getafe), Fabián Balbuena (Dinamo de Moscú), Gustavo Gómez (Palmeiras), Junior Alonso (Krasnodar), Gustavo Velázquez (Newell’s Old Boys), Néstor Giménez (Libertad), Iván Ramírez (Libertad), Matías Espinoza (Libertad).
Centrocampisti: Matías Rojas (Inter Miami), Richard Sánchez (América), Andrés Cubas (Vancouver Whitecaps), Mathías Villasanti (Gremio), Damián Bobadilla (Sao Paulo), Hernesto Caballero (Libertad), Fabrizio Peralta (Cerro Porteño).
Attaccanti: Ramón Sosa (Talleres), Miguel Almirón (Newcastle United), Julio Enciso (Brighton & Hove Albion), Alejandro Romero (Al Ain FC), Adam Bareiro (San Lorenzo), Alex Arce (Liga Deportiva Universitaria), Derlis González (Olimpia), Ángel Romero (Corinthians-BRA).