Gabriele Gravina e Gianluigi Buffon hanno parlato dalla prima edizione del Festival della Serie A. Ecco le loro parole:
Gabriele Gravina
“Spalletti è l’allenatore ideale, ha proprio l’identikit. Se dovessimo tracciare il profilo di ct ideale questo avrebbe la foto di Spalletti. Ovviamente viviamo con ansia la vigilia dell’europeo, immagino anche lui ne abbia ma la maschera bene. Ha questo atteggiamento qui”.
“Con gli esclusi ha parlato il mister, anche Gigi. Non li ho visti, l’amarezza sarà stata tantissima, dimostra anche l’attaccamento all’azzurro. Sarò contento a fine europeo se saremo stati in grado di conservare e alimentare l’entusiasmo dei tifosi italiani. È importante la vittoria, è un obbiettivo, preferisco però il percorso che può portare al risultato finale. Questo arriva anche con coincidenze particolare, come abbiamo visto nel 2021. Il percorso invece dipende da noi, coltivando questo entusiasmo. La squadra è giovane, abbiamo bisogno di sentire il calore e ringrazio i tifosi italiani di questo”.
“Orsolini era quello più estroso. Il più da sinistra. Il più carismatico? Lorenzo Pellegrini. È portato a esprimere maggiore personalità. Ce ne sono diversi. Chi arriva prima? Sono tutti molto puntuali”.
Gianluigi Buffon
“Ho conosciuto un allenatore e un uomo in maniera più profonda. Prima ovviamente solo saluti rapidi. La prima cosa che ti colpisce è che da fuori sembra scorbutico. L’ho trovato invece un aziendalista incredibile. Non si lamenta mai, questo denota una forza interiore che nel tempo ha accresciuto e alimentato. Sono davvero felice di averlo conosciuto. 3-5-2? Ogni tanto parliamo anche di tattica e il mister mi coinvolge. Credo che il mister abbia preso in esame l’idea di cambiare a seconda degli avversari, a seconda di chi sta meglio. Lo richiede anche il calcio moderno”.
“Le altre nazionali? Sulla carta siamo una nazionale che ha l’ambizione di arrivare fino in fondo e primeggiare. Questo ci da fiducia e forza. Ci sono poi la Francia, l’Inghilterra, forse la Spagna che sulla carta hanno qualcosa in più. Germania fa alti e bassi, va compresa. Penso ai nastri di partenza sia questa la situazione. Comunque quando siamo stati in pole position abbiamo quasi sempre fatte brutte figure”.
“Il più ansioso? Di solito è il portiere. Per il ruolo. Noi siamo masochisti! Sei matto come portiere quando ti giochi poco. Pure Chiesa è ansioso. Davanti può giocare in tutti i ruoli, l’importante è che si convinca lui. Spesso noi giocatori non valutiamo quanto possiamo dare in altre zone, tendiamo a rimanere in zone di comfort. Un allenatore invece riesce a vedere altre cose. Jorginho, Pellegrini, a centrocampo c’è più personalità quando bisogna prendere la parola. Il più ritardatario? In questi mesi ci sono stati tanti convocati ma di ritardatari non ce ne sono stati. Il mister da tanta attenzione al rispetto delle regole e degli orari. Il più competitivo? Barella, lui è cambiato tanto nell’ultimo anno. Tante volte in passato percepivi la carica e la leadership ma ogni tanto con dei gesti in campo non positivi. Nell’ultimo anno è diventato trascinatore positivo sul campo, questo lo ha capito”.