C’è attesa e attesa. Quella azzurra è fibrillazione pura. Quella rossonera è speranza che tutto all’ultimo possa cambiare. Il toto Conte day sta bloccando una città intera. Tutti aspettano il tweet di De Laurentiis, tutti aspettano la presentazione tra location sognate e poi smentite. A Milano, invece, regna il silenzio, quel silenzio che per alcuni tifosi sa tanto di rassegnazione perché il nome di Fonseca continua a scaldare poco. Non ci sono date all’orizzonte, né indizi, per questo una parte dell’ambiente rossonero crede ancora che ci possa essere un ribaltone clamoroso all’ultimo minuto. Chi aspetta, chi ha già scelto. La Fiorentina dopo aver pensato di riportare Aquilani a casa stavolta sulla panchina dei grandi, ha cambiato rotta virando su Palladino reduce da due anni importanti, più il primo del secondo, a Monza. Sarà lui l’erede di un Vincenzo Italiano grato sì a Firenze ma curioso di provare un’altra panchina. Che può essere quella del Bologna anche se non si escludono sorprese all’orizzonte. Perché l’eredità di Thiago Motta pesa eccome e il rischio di fallire è dietro l’angolo. Che poi è quello che avrà pensato lo stesso futuro allenatore della Juve l’anno scorso quando De Laurentiis gli offrì la panchina del Napoli scudettato. Non corre, secondo me, questo rischio Raffaele Palladino a Firenze. Perché se è vero che Italiano ha comunque portato la Fiorentina a giocare tre finali consecutive è altresì vero, per me, che ha faticato a valorizzare i giocatori, vedi Beltran o lo stesso Martinez Quarta che già era un bel difensore con Gallardo ai tempi del River imbattibile. Palladino dovrà solo capire che Firenze non è Monza. In Brianza c’è un ambiente perfetto e l’abitudine a lasciare tranquilli allenatore e giocatori. Alla Fiorentina non è esattamente così come ha dimostrato la contestazione della Fiesole dopo il ko nella finale di Conference. A proposito di tranquillità, Marco Baroni, dopo il miracolo Verona, sarebbe l’ideale erede di Palladino a Monza.