Domenica 26 maggio 2024, data da aggiungere doverosamente tra quelle, almeno recenti, della storia del motorsport italiano. Ducati prima, Ferrari poi, il Rosso a dominare l’intera giornata e ad eleggere a moderni eroi nazionali due ragazzi simili tra loro, educati e velocissimi. Bagnaia e Leclerc, fratelli di un’Italia che ha fame di rimanere col primo e tornare con il secondo sul tetto del Mondo.
Pecco è stato splendido al Montmelò, e non solo per la rimonta nei confronti di Martin o per essersi scrollato di dosso i fantasmi dell’ultimo Gp di Catalunya, quello del 2023, con il tremendo incidente che lo coinvolse. Bagnaia è stato lucido, scaltro e alla fine praticamente perfetto. Ha capito dove osare e dove non farlo, ha raccolto l’insegnamento migliore dalla sfortunata Sprint Race del giorno prima, quando una caduta a pochi km dal traguardo lo ha privato di una vittoria ormai certa.
La Moto Gp 2024 resta e resterà nel suo proseguo soprattutto un affare Ducati, tra Desmo ufficiali e non, perché Martin è veloce ed affamato, e perché Marquez sta tornando quel protagonista di cui l’intero movimento aveva necessità ed astinenza nelle ultime, tribolate, stagioni. Tuttavia, Pecco c’è e ci sarà fino alla fine. Trentanove punti di ritardo con ancora quattordici week end in agenda sono un gap colmabile e relativo. Talento, esperienza e tempo per confermarsi sul tetto del Mondo ci sono.
Quel tetto mondiale che in Formula 1 appare ancora ad appannaggio di Max Verstappen. Qui, l’impresa di scardinare un progetto così moderno e performante come quello di Red Bull appare missione davvero complicata. Ciò nonostante, la gara più romantica nel il circuito più elegante del mondo, e nell’ultimo fine settimana, ha consegnato la magia di un Charles Leclerc finalmente principe nella sua Montecarlo.
Una favola d’altri tempi, basti pensare che l’unico monegasco profeta in patria fu Louis Chiron nel 1931, alla quale aggiungiamo una dedica meravigliosa al papà scomparso pochi minuti dopo la bandiera a scacchi ed una Ferrari che torna sul gradino più alto del podio nel Principato dopo sette anni, nel 2017 vinse con Sebastian Vettel.
Leclerc è stato perfetto. Ha conquistato la pole, condotto la gara e domato lo stress, anche dopo la ripartenza in seguito alle bandiere rosse per lo scellerato incidente provocato al via dalla Haas di Magnussen. Ha vinto e convinto, come in tanti credevano non potesse fare e con una Ferrari finalmente all’altezza per l’intero fine settimana.
Dopo Miami e come parzialmente si è visto nel finale di Imola, Verstappen è sembrato profondamente umano, anche nella sua difficoltà di districarsi da un centro gruppo caldo e affollato. La McLaren, sul podio con Piastri e quarta con Norris, si conferma avversario in crescita, ma una Ferrari e un Leclerc di questo spessore possono anche regalare e regalarsi qualcosa in più di momenti di gloria sparsi per la stagione.
Serve continuità, convinzione e serenità, i 31 punti di ritardo di Leclerc nel mondiale piloti e i soli 24 della Ferrari in quello costruttori sono cifre a cui non eravamo più abituati in questo ultimo dominio Red Bull. Montecarlo è un circuito magico ma anche troppo particolare per caratteristiche, la prossima tappa in Canada ci dirà se questa Ferrari può davvero tornare a sognare in grande.