Ciclismo, dopo neanche un anno di professionismo il giovane corridore della Vini Zabù è risultato positivo all’eritropoietina. Il team rischia l’esclusione dal Giro
L’ennesimo caso di doping torna a minacciare il mondo del ciclismo e in particolare l’imminente edizione, la numero 104, del Giro d’Italia in programma dall’8 al 30 maggio. L’UCI (Unione Ciclistica Italiana) ha annunciato che al giovane componente della Vini Zabù, il venticinquenne Matteo De Bonis, è stato notificato un riscontro di positività all’eritropoietina, la famigerata EPO.
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La positività all’EPO di De Bonis, al suo primo anno da professionista, è stata riscontrata in un campione ematico raccolto durante un controllo fuori gara avvenuto lo scorso 16 febbraio. Questa verifica antidoping era stata fissata ed eseguita dall’International Testing Agency (ITA), l’agenzia di riferimento per la lotta al doping cui l’UCI si è affidata dal 1° gennaio di quest’anno. Il giovane corridore laziale, nato a Gaeta venticinque anni fa, ha immediatamente fatto richiesta delle controanalisi.
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Ciclismo, a rischio la presenza della Vini Zabù al Giro d’Italia
De Bonis è stato subito sospeso dall’attività in attesa delle ulteriori verifiche del caso. La sua positività all’eritropietina investe non solo lui, ma tutta la Vini Zabù; la squadra diretta dal direttore sportivo Luca Scinto e dal general manager Angelo Citracca rischia concretamente di non poter partecipare al prossimo Giro d’Italia che partirà sabato 8 maggio da Torino.
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Il team che qualche anno fa annoverava atleti del calibro di Filippo Pozzato e Danilo Di Luca è per giunta recidivo: oltre a De Bonis, l’ottobre scorso ha dovuto fronteggiare il caso di Matteo Spreafico, risultato positivo nel corso dell’ultimo Giro d’Italia disputato a ottobre all’Enobosarm, meglio conosciuto come Ostarine, una molecola che contrasta il deperimento muscolare espressamente vietata dal regolamento anti-doping.