Il giorno dopo la sconfitta di Wembley l’Inghilterra si risveglia con le strade sporche, migliaia di auto danneggiate, diverse decine di feriti e un profondo disagio nazionale
I timori per qualche eccesso di troppo sia in caso di vittoria che di sconfitta dell’Inghilterra nella finale di Euro 2020 si sono puntualmente rivelati fondati.
Euro 2020, l’Inghilterra piange e si vergogna
Chi conosce l’Inghilterra e gli inglesi, può testimoniare che si tratta di un paese che ha una straordinaria coscienza di sé e un orgoglio che va molto al di sopra della media nazionale di altri paesi. Al termine di un anno drammatico, in un paese devastato dal Covid e squassato dalle polemiche per l’allegra gestione della variante delta proprio durante la fase finale di Euro 2020, la vittoria del trofeo veniva considerata una sorta di sanatoria. Un riscatto nazionale non solo dalla pandemia. Ma anche dalle polemiche seguite all’ostinazione con cui il paese ha voluto dare seguito alla Brexit.
L’Inghilterra, paese orgoglioso e isolazionista prima ancora che autoreferenziale, esce da questo europeo con una pessima immagine legata agli scontri precedenti alla partita, agli incidenti successivi alla vittoria dell’Italia con diverse persone ferite e numerosi fermi. Ma anche ai danni a macchine, negozi e strade che stamattina hanno reso i cinque km quadrati intorno a Wembley in direzione del centro un vero campo di battaglia.
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La vergogna razzista
Ma la cosa peggiore è l’immagine suscitata da migliaia e migliaia di commenti, e dunque non pochi e isolati idioti, di carattere razzista. Gli insulti nei confronti di Rashford, Saka e Sancho, tutti giocatori di colore, protagonisti degli errori decisivi nello spareggio dal dischetto che ha consegnato la vittoria all’Italia, sono quanto di peggio si potesse vedere on line. Sono anni che l’Inghilterra cerca di combattere contro una deriva razzista che ha proprio nel calcio il suo ambiente più problematico. Insulti, minacce, violenze verbali che vanno molto al di là dello sfottò legato al tifo e al campanile.
L’immagine inglese ne esce duramente provata. Al punto che oggi un tweet del principe erede al trono William, seguito poi da altri messaggi durissimi sia del presidente del consiglio Boris Johnson che del presidente della Federcalcio inglese Peter McCormick, hanno stigmatizzato quando accaduto.
“Sono disgustato dagli insulti razzisti successivi alla sconfitta di ieri” ha scritto il principe William. Mentre oltre 4mila addetti – molti dei quali volontari – cercavano di ripulire le strade di Londra dallo sfacelo lasciato dai tifosi inglesi.
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I am sickened by the racist abuse aimed at England players after last night’s match.
It is totally unacceptable that players have to endure this abhorrent behaviour.
It must stop now and all those involved should be held accountable. W
— The Prince and Princess of Wales (@KensingtonRoyal) July 12, 2021
25 milioni di birre
Stamattina un murale di Rashford è stato deturpato a Manchester. Si calcola che gli insulti on line di carattere razzista siano decine di migliaia: i social network stanno disperatamente cercando di bannare e oscurare.
Un po’ meglio è andata a pub e locali che interpretando in modo estremamente disinvolto le norme sul contenimento della pandemia hanno tenuto aperto i locali per tutto il giorno fino alla fine della partita: si calcola che non meno di 20 milioni di inglesi abbiamo seguito la finale contro l’Italia all’aperto, davanti ai maxischermi o addirittura allo streaming dei telefonini.
Comunità che intorno a Wembley hanno raccolto non meno di 50mila persone con moltissimi tifosi in piazza anche a Manchester, Liverpool, Newcastle, Birmingham e Sheffield. Anche qui stessa scena: tensione, qualche scontro, danni e fiumi di birra. Una stima ufficiosa parla di 25 milioni di pinte di birre spillate in tutto il paese solo nella giornata di ieri.