Un all-in francese che spaventa, e non poco, la spettacolare Dea di Gasperini. Guardia alta e occhi aperti per l’Atalanta, il Marsiglia è un animale ferito ma sempre temibile. Soprattutto tra le mura del Veldrome.
Stagione maledetta per l’OM: dopo la gestione Tudor, sfortunato l’inizio stagione di Marcelino – cacciato dopo 5 giornate con l’onta dell’eliminazione nel preliminare di Champions mal digerita dai tifosi. Poi l’avventura Gattuso: alti e bassi fino allo scorso febbraio, con la decisione di separare le proprie strade con un nuovo profilo all’orizzonte.
Jean-Louis Gasset, vecchio lupo di mare del calcio transalpino appena scaricato dalla Costa d’Avorio, impegnata in Coppa d’Africa che vincerà clamorosamente. Distanza siderale dai primi posti in Ligue 1, l’Europa League come unico salvagente della stagione. Un truppa robusta di ex italiani: da Veretout a Pau Lopez, da Kondogbia ad Aubameyang e poi il Tucu Correa.
Tanti infortunati: capitano Rongier su tutti, poi Bamo Meite e Quentin Merlin che proverà però a stringere i denti. Squalificato Gigot, altro totem difensivo, che costringerà Gasset a ridisegnare il trio arretrato. E affidarsi soprattutto al fattore Velodrome: uno dei tempi del calcio che la Dea vorrà conquistare dopo lo scalpo di Anfield.
A cura di Gianluca Viscogliosi