Il meraviglioso testa a testa di domenica consacra, definitivamente, Pecco e rilancia l’ambizione di ritrovare il vero Marc
Partiamo da una netta e inappuntabile considerazione: la Moto Gp di quest’anno rischia di essere uno dei campionati più belli e avvincenti degli ultimi anni. Lo spettacolo andato in scena a Jerez, nell’ultimo week end, è una primizia assoluta di adrenalina, tecnica e lucidità sportiva (seppur, rigorosamente, a 300 kmh).
Ducati ancora e per il momento davanti a tutti, perché la vittoria di Martin in una Sprint Race ad eliminazione, nella giornata del sabato, e la tripletta Bagnaia-Marquez-Bezzecchi sul podio di una meravigliosa gara della domenica, lasciano spazio a poche altre analisi di valutazione tecnica legate allo strumento su due ruote protagonista, essenziale, della categoria.
Tre vittorie e due Sprint fin qui, su un totale di quattro week end, per le moto di Borgo Panigale, tuttavia l’exploit dell’Aprilia ad Austin, meno di due settimane fa, e i progressi, tangibili, di KTM dimostrano che c’è una luce crescente alle spalle dello strapotere ducatista.
In attesa che torni, a tutti gli effetti, bagarre tra moto di diversa derivazione tecnica, vale la pena e come goderci quanto coloro con una Desmo tra le mani riescono a consegnare. Il duello della domenica di Jerez tra Bagnaia e Marquez è una cartolina d’altri tempi, che legittima la consacrazione del primo a principe delle due ruote, e certifica che il secondo, finalmente con una moto competitiva dopo il calvario Honda delle ultime stagioni, può tornare a scucire applausi anche dai più scettici detrattori.
Bagnaia è definitivamente diventato un grande di questo sport, piaccia o no come verità, perché vincere una gara come quella di Jerez (forse, ancor più degli ultimi due titoli mondiali conquistati ndr) è roba in cui solo i migliori possono concretamente riuscire. Marquez, che di quest’ultimo e ristretto gruppo fa evidentemente parte, sta prendendo le misure della Desmo del team Gresini e la sensazione, senza esitazioni nel riconoscerlo, è che la strada imboccata sia quella giusta per tornare grande.
Ci hanno consegnato una domenica di pura poesia delle due ruote, un capolavoro che rimarrà nel nastro di una stagione destinata a consegnare altre istantanee degne di nota. Perché in un campionato come questo, e con 17 gare che diventano 34 con le Sprint Race, può davvero e ancora succedere di tutto.
Martin, Bagnaia, Marquez, Bastianini, Acosta, Vinales ed un ritrovato Bezzecchi, senza escludere che nelle prossime settimane altro e di qualità possa anche emergere. L’elenco è lungo, la stagione pure, mettiamoci comodi perché ne vedremo delle belle.