Nessuno ha dimenticato Michael Schumacher. Nonostante non appaia in pubblico, l’ex campione tedesco è ancora un’icona della Formula 1
Da oltre dieci anni la figura del leggendario Michael Schumacher resta avvolta nell’ombra. L’ex fuoriclasse tedesco, sette volte campione del mondo di Formula 1, vive di fatto recluso nella villa di famiglia in Svizzera, circondato dall’amore dei suoi familiari e sotto costante assistenza medica ventiquattr’ore su ventiquattro. Solo un ristretto numero di personae ha avuto e ha tutt’ora la possibilità di fargli visita e di trascorrere del tempo con lui.
Ma per il grande pubblico, per tutti quei tifosi soprattutto della Ferrari che lo hanno idolatrato per anni, Schumi somiglia sempre di più a uno straordinario ma lontano ricordo. Una leggenda assoluta che le sue imprese sportive hanno già consegnato all’eternità.
Anche i tanti ex piloti che lo hanno incontrato sul proprio cammino, spesso scontrandocisi su tutti i circuiti del mondo, ne avvertono la mancanza. Non tutti però conservano un bel ricordo del fuoriclasse di Kerpen. Anzi, più di qualcuno tra i suoi colleghi lo ha spesso accusato di assumere qualche comportamento eccessivo in pista.
Lo stesso Ayrton Senna in un paio di circostanze, quando Schumacher era ancora un giovane e talentuoso pilota alle prime armi, lo attaccò duramente per qualche manovra in gara non proprio irreprensibile. In effetti Schumacher non era uno che durante i gran premi si tirasse indietro. David Coulthard, ex pilota e suo grande amico, lo definiva così: “Esistono due Michael: il primo fuori dall’abitacolo è quasi un agnellino, il secondo in pista è una belva feroce“.
Schumacher, un ex rivale lo accusa: tifosi su tutte le furie
Un altro ex grande rivale di Schumacher, uno di quelli che tentò di limitarne l’egemonia nei primi anni duemila, è stato il colombiano della Williams Juan Pablo Montoya. Nel corso di un suo intervento nel podcast ‘Beyond the Grid’, Montoya ha voluto ribadire un concetto già espresso in passato: quando Michael dominava con la Ferrari gli altri piloti si sentivano sconfitti in partenza tanto da evitare qualsiasi duello con lui in pista.
Avversari poco determinati e per niente battaglieri, questo è il j’accuse di Montoya rivolto ai suoi ex colleghi. Erano tutti rassegnati alla sconfitta, tranne lui: “Io non ero più duro con Michael. Il problema è che nessuno ha mai realmente corso contro di lui. Quando gli altri lo vedevano negli specchietti pensavano solo a evitare un impatto con lui e si scansavano. Si toglievano di mezzo e questo mi ha fatto arrabbiare”.