Io non sto solo con Juan Jesus. Sto con Eric Garner. Breonna Taylor. George Floyd. O se preferite, Willy Monteiro Duarte. Per loro, dovremmo accorgerci che il razzismo è una cosa seria, se esiste ancora una dignità. E prendere atto, anche dopo le lacrime di Vinicius Jr., del fatto che il calcio purtroppo non è uno sport culturalmente all’altezza di veicolare messaggi positivi nel sociale. Il sospetto c’era già: ora per piacere basta ipocrisie e finzioni.
Siamo stati i primi a parlare di Viktor Gyökeres per il Milan. Ma, nota bene, lo abbiamo fatto come augurio, sottolineando come una pista del genere fosse pressoché impraticabile: ci sarà sempre qualcuno in grado di volare più in alto di quanto il Milan potrebbe stanziare per lui.
E allora è chiaro che va abbassata l’asticella: non tanto quella del valore assoluto, quanto quella della “mediaticità” del colpo. Due profili che potrebbero fare al caso del Milan sono Jonathan David e Serhou Guirassy: il primo ha ripreso a segnare a valanga in questo 2024, il secondo non ha mai smesso. Entrambi hanno dei “pro”, a partire dal prezzo e da un valore qualitativo indiscusso, ma anche qualche contro: David per esempio non ha quelle qualità fisiche per interpretare il ruolo “alla Giroud”, mentre Guirassy ha una carta d’identità che lo farebbe sembrare più un tampone che una soluzione al problema.
Ma fin quando non sarà chiara la guida tecnica per la stagione 2024/25, ha senso muoversi sul mercato? La domanda è abbastanza retorica: la volontà di offrire una proposta calcistica piuttosto che un’altra sposta evidentemente tanto anche nella scelta dei giocatori. E allora, testa al campo, coordinate chiare: Dublino, 22 maggio, Aviva Stadium. Il resto, oggi, davvero non conta.