Lo sosteneva Platone: i principi dogmatici della conoscenza sono innati nelle menti umane. Sono modelli attraverso i quali gli uomini basano la conoscenza. Nella traslazione dal mondo della filosofia a quello del pallone c’è un’Inter che sta dominando la Serie A. 12 punti di vantaggio a dodici giornate dalla fine: la seconda stella è sempre più vicina. La truppa di Inzaghi è sempre più una macchina perfetta. La tabellina del 4 è ampiamente collaudata: 4 reti alla Roma, 4 alla Salernitana, al Lecce e all’Atalanta. Facilità di gol, ostentazione di un gioco metafisico, che spariglia anche chi si prepara attentamente ad affrontare questo carroarmato. Differenza reti di +55, 67 gol totalizzati, 17 clean sheet, 19 punti in più rispetto a un anno fa.
La perfezione è inarrivabile, però…
Note dolenti non ce ne sono (solo qualche acciacco fisico). La navigazione della nave nerazzurra non ha, al momento, incontrato difficoltà. Il cammino è stato limpido, nefasto per quasi tutte le mal capitate che hanno affrontato questa macchina dagli ingranaggi pressoché perfetti. Servirebbero dei manuali di tattica per spiegare tanti aspetti. Ne citiamo alcuni: Bastoni e Pavard che si sganciano dai blocchi, costringendo squadre aggressive (uomo contro uomo) come l’Atalanta a un doppio lavoro a tutto campo. Ne sanno qualcosa De Ketelaere e Gasperini, avvolti nelle corse e nelle rincorse per fermare (senza successo) la qualità delle pedine di Inzaghi.
Numeri pregiati e un’intelligence da urlo
Con il poker rifilato all’Atalanta nel recupero, adesso l’Inter è la squadra che ha segnato il maggior numero di gol in questa stagione nei maggiori 5 campionati europei. 67 reti, superati Liverpool e Bayern Monaco (entrambe ferme a 63). Ed è anche la miglior difesa dei maggiori 5 campionati europei con 12 reti subite. Cosa chiedere di più? L’attenzione fino al termine della stagione perché il cammino dell’anno scorso in Europa è stato sicuramente foriero di una consapevolezza accresciuta esponenzialmente. I dettagli faranno la differenza. E ieri sera Inzaghi, nel suggerimento a Dimarco sul posizionamento nel caso di respinta del rigore, ha fatto intendere che tutto è sotto controllo. Uno staff d’intelligence perfetta. Numeri, qualità, quantità e… tanta passione. È sempre quella a muovere le anime, anche quelle del pallone.