Questa è la mia sesta stagione all'estero, quattro negli Emirati ed una e mezza in Turchia. Tutte sono state molto appaganti, per un motivo in particolare.
Quale?
All'estero hai l'impressione di poter incidere su molti aspetti del club nel quale lavori e non solo sulla squadra che va in campo. Poi in ogni Paese c'è una situazione differente. In Turchia facevo parte di uno staff importante in un club che ha il quinto/sesto pubblico più caldo del campionato, un pubblico incredibile. Un club che arrivava da un momento di difficoltà, siamo partiti dal niente arrivando a fare i playoff. Il secondo anno siamo partiti puntando alla promozione, ma a settembre ho lasciato per tornare negli Emirati Arabi.
Qui è completamente diverso. In questo Paese ho sempre avuto squadre piccole, neopromosse, in una delle quali sono rimasto quasi tre stagioni vedendo la squadra crescere dentro e fuori dal campo, anche a livello di infrastrutture. Quest'anno ho cominciato dal club più piccolo degli Emirati, la situazione è complicata ed i risultati sono molto difficili da raggiungere, però stiamo incidendo molto con il lavoro, con una squadra molto giovane, questo è appagante.
Vedendo Muriel lasciare la Serie A ed avendolo visto agli inizi
Muriel è un giocatore dallo straordinario talento. Talento e velocità sono caratteristiche importanti nel calcio moderno. Non so se potesse dare di più, perché questi giocatori talentuosi possono avere, come nel suo caso, un carattere ottimo, ma magari non così determinato. Ha bisogno di sentirsi in fiducia, considerato e di non tralasciare la parte ludica del gioco del calcio. Perché in queste condizioni trova le motivazioni per rendere al meglio. Credo abbia fatto tanto in Italia, magari non con quella continuità che si pretende ora dai giocatori, ma ha fatto bene.
Zielinski è un altro talento assoluto. La prima volta che lo vidi giocare nella primavera dell'Udinese mi mandarono ad osservarlo perché si stava cominciando ad allenare con noi. Durante la partita ci fu l'occasione di battere un angolo da destra e volevano calciare con la traiettoria a rientrare: lui andò di sinistro. Poi ci fu un calcio d'angolo da sinistra e lui calciò con il destro
Rende le cose che fa tutte semplici quando sta giocando. Chi guarda pensa che siano facili, ma non lo sono.
all'Inter lo vedrei bene. È un talento, ma con un senso di disciplina e di squadra molto importanti. Questo in una squadra come l'Inter, che nei prossimi anni competerà per vincere il campionato e per essere competitiva in Europa credo che possa portare quel tasso di qualità e quella conoscenza del gioco di squadra che un un grande club è necessario quando vuole mantenere alto il livello delle prestazioni pur cambiando gli interpreti nella formazione.
L'unica cosa che ha limitato Paulo nell'esprimere il suo talento è la sua salute fisica. Negli ultimi anni ha avuto parecchi problemi magari non gravi, ma che hanno parecchio condizionato il suo rendimento. La disposizione della squadra a lui cambia poco, lui è un giocatore che copre tanto campo e che fa anche tanta quantità. Nella quantità che fa trova il modo di inserirci l'eccelsa qualità che ha. A Palermo noi non giocavamo in modo ultra offensivo perché gli obiettivi erano diversi, ma con anche campo da coprire e capacità di andare nello spazio sua e dei compagni, da farlo bene