Gli equilibri al Max hanno un solo significato: stop al mercato. Domenica sera è arrivato Tiago Dialó, un investimento anticipato dalla Juve. Moise Kean saluta con destinazione Madrid sponda Atletico: prestito secco oneroso da 400 mila euro più bonus senza rinnovare il contratto in scadenza tra un anno e mezzo. Fine delle trasmissioni. Certo, possiamo lasciare una porticina fino al primo febbraio, si usa così quando il calciomercato è aperto, ma si tratta più che altro di uno scrupolo. E c’è una spiegazione che porta ai famosi “equilibri al Max”: lui ritiene che questo organico vada benissimo così, che un eventuale ingresso potrebbe turbare la fantastica serenità raggiunta a suon di risultati, punti su punti e una marcia trionfale. Dieci giorni fa la Juve ha avuto davvero la possibilità di prendere Jordan Henderson, probabilmente lo stesso centrocampista ex bandiera del Liverpool avrebbe accettato una formula per sei mesi, con tutto il rispetto per l’Ajax. Ma poi la Juve si è consultata con Allegri e ha preferito scivolare “grazie, non ci interessa più”. Certo, l’offerta economica avrà fatto la differenza, ma la Juve avrebbe avuto un altro appeal se non avesse deciso di fermarsi prima dell’incrocio successivo. Allegri è felicissimo dei giovani che si sono integrati, di McKennie che si è imposto dopo essere stato a lungo in vendita, di Bremer tornato muro, di Vlahovic che segna come ai tempi belli di Firenze. A proposito di Dusan: il famoso scambio con Lukaku sarebbe stato un’autentica follia, infatti le riflessioni sono state un inno alla prudenza o alla rinuncia. I frutti si vedono, esattamente come si nota quanto ha detto Allegri senza giri di parole: “È arrivato Giuntoli e ci sta dando una grossa mano”. Riflettiamo: è la stessa Juve dei primi due anni fallimentari, anzi più debole almeno sulla carta perché non ha fatto mercato – tranne Weah – e non ha sostituto i vari Fagioli-Paredes-Di Maria. Invece vola, un motivo ci sarà e spazza via chi non ha voluto ammettere – i prevenuti di parte – che la Juve ha sempre avuto un grande organico da valorizzare. Come sta accadendo adesso, fondamentalmente senza aver fatto mercato né la scorsa estate né in questa sessione. Bingo. Intanto, c’è chi il mercato lo sta chiudendo con qualche colpo: il Napoli è sul punto di fare poker, dopo Traoré e Ngonge (ottimo colpo) in arrivo Dendoncker e molto vicino Perez per la difesa. Non è il momento di fare bilanci, ma qualche perplessità resta (soprattutto il recente – scarso- minutaggio di Traoré e Dendoncker). Morale: benino ma non benissimo.
Daniele De Rossi ha dato una lezione di stile. Lo hanno accolto bene, non avrebbero potuto fare diversamente visto che è una bandiera della Roma, un’icona, un mito e chiunque potrebbe sbizzarrirsi e aggiungere aggettivi iperbolici. Lo hanno accolto bene ma all’interno di una nostalgia struggente – in qualche caso eccessiva – nei riguardi di José Mourinho. Un altro si sarebbe smontato, DDR no: ha abbozzato e ha pensato a come rialzare la Roma. Sicuramente con stile, lo stesso stile che ha dimostrato a fine partita andando sotto la Curva Sud, quella del suo cuore, per una passerella carica di riconoscenza e umiltà. Non lo avrebbero fatto tutti, meglio ancora: non ci sarebbero riusciti tutti. DDR allenatore per ora è meglio non giudicarlo, alla larga da chi produce recensioni al buio. La notizia non è stata la vittoria sul Verona dopo un primo tempo da “6,5-7”, magari con Lukaku che ha finalmente non ha giocato con le spalle alla porte come gli è capitato spesso durante l’esperienza con Mou. La notizia è stata vedere i Friedkin, padre e figlio, all’interno del sottopassaggio poco minuti prima del fischio d’inizio, evento più unico che raro all’interno di un’atmosfera diversa. A proposito di José, perennemente difeso dalla stesso trombettiere abituato ad alzare palette il sabato sera: lo danno in trattativa con l’Al-Shabab per una cascata di milioni e con l’immediato intervento di Jorge Mendes. Lo stesso Al-Shabab dove era stato indirizzato Politano, ma era una trappola per creduloni, nessun dubbio sul rinnovo a Napoli. Fossimo in Mourinho, aspetteremmo una big in Europa: da un’altra parte del mondo, con un calcio non al suo livello, sarebbe il modo peggiore per dimenticare la Roma. Infatti, la sua intenzione è quella di attendere: il conto in banca è già gonfissimo.