Meno male che c’è la Coppa d’Africa. E che ce l’abbiamo noi di Sportitalia. Una ventata di aria nuova, fresca, dove lo spettacolo sugli spalti ti riconcilia con questo mondo. Andrebbero presi sempre i diritti della coppa d’Africa anche solo per i suoi tifosi. Così uguali così diversi. Sciamani, stregoni, oggetti devoti, costumi, colori, balli, soprattutto, e canzoni. Divertimento e bellezza. L’Africa è un mondo meraviglioso e misterioso che noi europei non conosciamo fino in fondo perché il mainstream ci tiene debitamente a distanza e all’oscuro. Non ci viene raccontata la vera Africa. Così come non ci viene raccontato il vero calcio africano che poi scopriamo quando c’è questa competizione. Abbiamo tanti giocatori africani nel nostro campionato e anche fortissimi, Osimhen su tutti, ma poi ci rendiamo conto che esiste anche dell’altro, tipo il fantastico mondo della Guinea Equatoriale con un numero 10 che fino a qualche tempo fa giocava da terzino. Loro si divertono, da noi invece i soliti problemi sugli spalti e le solite polemiche arbitrali. Che noia. Siamo indietro da tutti i punti di vista. Sul gesto potente di Maignan è stato già detto tutto, in più posso aggiungere di aver apprezzato particolarmente il passaggio sulla procura sempre attenta a vivisezionare i comportamenti di giocatori e allenatori. Anche a Roma per la prima di De Rossi abbiamo assistito a qualcosa di molto particolare. La grande accoglienza per un figlio di Roma e il saluto speciale a chi rimarrà per sempre nei cuori giallorossi. Un mix bellissimo d’amore per De Rossi e Mou. Eppure qualcuno sui social e non solo ha avuto da ridire, trovando fuori luogo i tanti striscioni per l’allenatore portoghese. “Era bollito e voi continuate ad idolatrarlo” e altre cose del genere. Ma basta. Il calcio è bello perché ai sentimenti, all’appartenenza, alle emozioni che ti può aver generato un allenatore o un giocatore non si comanda. Smettiamola di essere così banali. Giriamo lo sguardo verso l’Africa, lì i problemi esistono e sono ancora tanti (tra questi il traffico di bambini), ma il calcio è ancora una storia da raccontare.