Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi. Nel pieno rispetto di uno dei detti più famosi sono tornata a Roma per il Natale. Nel bel mezzo del turno di campionato. E mi si è aperto un mondo nel mondo che già conoscevo. L’ambiente romano è unico, da una parte e dall’altra. Ho trovato tifosi della Lazio un po’ depressi (mio papà su tutti) e tifosi della Roma che “giochiamo male ma Mou…”. Ho visto Empoli-Lazio con mio papà ed era tutto un: “ma io Sarri boh del suo gioco non c’è traccia”. E poi: “siamo dipendenti da Luis Alberto e Zaccagni perché Immobile…” e ancora “Provedel quest’anno non mi convince come l’anno scorso”. Poi succede che Provedel ti fa la parata della vita salvando la vittoria e il mondo si capovolge. E Provedel torna giustamente ad essere un grande portiere. Perché poi alla fine tutti quanti siamo così quando c’è di mezzo il pallone e in mezzo c’è anche il cuore. Una cosa però è talmente palese che mette d’accordo tutti. Basta essere vedove ok, ma a questa Lazio manca disperatamente Milinkovic Savic nonostante Guendouzi. E in difesa Sarri sta giocando con il duo Patric-Gila, perché Romagnoli ha avuto diversi problemi fisici e Casale quest’anno è irriconoscibile. Sarri ha ragione quando dice che sull’altra sponda del Tevere è diverso e alla Roma e Mourinho viene perdonato tutto. Siamo tutti amanti del bel calcio ma i romanisti si sono “consegnati” allo Speciale. La vittoria contro il Napoli è emblematica. Perché alla fine quello che ti colpisce è una squadra che non molla mai e che in qualche modo pur con assenze che continuano ad essere importanti il risultato lo porta a casa. E davanti a uno stadio così è tutta un’altra cosa e quello stadio così è merito unicamente di Josè Mourinho. Un feeling del genere tra tifosi e allenatore a Roma forse non si è mai visto. Dico una cosa forte. Se Dybala avesse giocato non dico tanto ma solo il 10 per cento in più di partite fin qui la Roma sarebbe terza.