E' intervenuto durante la trasmissione Calcio Tonight, Filippo Carobbio, ex calciatore tra le tante di Siena e Reggina. Intervistato da Giada Giacalone, Carobbio sì è raccontato dopo quanto successo con lo scandalo scommesse nel 2011: "Adesso sto bene, penso che il mio star bene sia dovuto a un percorso di un certo tipo, non facile, che è stato fatto, dove ho fatto i conti con me stesso prima di tutto il resto e adesso sono felice, diciamo che una parte del riscatto che mi ero prefissato di fare la sto facendo e ora spero che ci sia una seconda parte ancora più bella".
Sul mondo del calcio: "Il mondo del calcio è un mondo che fa un po' a se e chi lo vive finché lo vive non se ne rende conto, poi quando sei fuori come è successo a me ti rendi conto che quello che vivevi prima era una cosa che è diversa da quello che una persona normale può vivere, cadere in certi errori è più facile, perché pensi di essere intoccabile in certi frangenti ma non lo sei. Da lì in poi non so se ero una brava persona, ma ora sono sicuramente migliore".
Sull'oppinione della gente: "Penso che più che l'oppinione è come tu vieni messo in piazza, perché magari tante persone vivono vicende giudiziarie ma nessuno lo sa. Invece la mia vicenda è stata sulle prime pagine di Tv e giornali, ed è normale che il giudizio della gente ti faccia male, ma proprio perché sono stato messo alla mercea di tutti, è un prezzo che sapevo avrei dovuto pagare e se dopo 12 anni se ne parla ancora vuol dire che ancora un pò lo sto pagando".
Sul aver raccontato al figlio il proprio errore: "E' stata una scelta mia, condivisa con la mia famiglia di dire ai nostri figli cosa era realmente successo, penso sia una parte del percorso, la scelta di fare un tipo di percorso è dipesa anche dai miei figli, dal non volergli nascondere nulla e dal voler dire loro la verità su cosa era successo, accettando anche la loro critica, e menomale che c'è stata la critica, mio figlio mi ha detto che allora era giusto che ero stato punito".
Non sono un santo ma non posso essere ritenuto un diavolo per sempre: "Questo è riferito al fatto che non ho ammazzato nessuno, non ho rubato a nessuno, non ho fatto del male a nessuno, ho fatto del male solo a me stesso. Sono stato messo in prima pagina come un mostro, sicuramente sono il primo a sapere che ho sbagliato e ad avere ancora adesso sensi di colpa che mi affliggono, però ecco, ho sbagliato, ho pagato, però ora giudicatemi per quello che sto facendo ora. Quando uno ha una seconda possibilità e la sfrutta nel modo giusto penso vada anche apprezzato".
Se vuoi imparare a vincere, prima impara a perdere(frase scritta nella sua Accademia): "Questa frase non l'ho inventata io, il perdere sta non solo nella partita, ma anche nella vita, in alcuni momenti negativi in cui ti ritrovi per terra e devi scalare per risalire, quindi se impari dagli errori che ti hanno portato lì penso che sia il primo presupposto per ricominciare. L'Accademia adesso è diventata una società intera, quindi sono orgoglioso di farne parte. Fra l'altro la mia società ha un reparto di squadre special che collaborano con l'Atalanta, e giocano sotto il nome della Dea".
Sul volontariato l'anno del Covid: "Di mattina andavo in comune, il mio paese Nembro è stato uno dei più colpiti dal Covid, questa vicenda per noi è stata terrificante, in quei giorni nel comune mancava personale perché erano tutti a casa malati, cercavano qualcuno che desse una mano, ho chiamato e mi hanno dato la possibilità di dare una mano e rispondevo a tutte le domande che in quel periodo potevano dare una mano, dai decreti alle mascherine fino al supporto psicologico, è stata una cosa che ho fatto perché me lo sentivo e sono stato contento di averla fatta e mi rimarrà sempre dentro".
Cosa direbbe ora alla scuola calcio che gli disse che non poteva prendere suo figlio: "Io penso che se le colpe dei padri devono ricadere sui figli siamo in un paese che non va bene. I figli soprattutto a una certa età hanno il diritto di fare quello che meglio credono soprattutto quando si parla di sport e divertimento. Ti dico la verità è un cosa che avevo rimosso quindi appena me l'hai chiesto non ricordavo neanche. Mio figlio adesso gioca, è contento ed è questo quello che conta".
Su cosa gli è rimasto più nel cuore delle sue esperienze da calciatore: "Sicuramente la promozione dalla C1 in B con l'Albinoleffe, l'ho vissuta da protagonista segnando sia in semifinale che in finale playoff, quando ci ripenso mi viene ancora la pelle d'oca adesso. E anche quella sfiorata con l'Albinoleffe dove a Lecce abbiamo perso la possibilità di andare in Serie A. Peccato perché sarebbe stata la conclusione di una favola enorme".
Sull'esperienza con la Reggina: "Viene dopo anni fatti bene con l'Albinoleffe, arrivo a Reggio negli ultimi giorni di mercato, loro avevano venduto Mozart e avevano bisogno di un centrocampista, non è stata brillantissima, ho giochicchiato però giocare in Serie A con giocatori come Amoruso non è cosa da tutti i giorni".
Su Mazzarri: "Mr Mazzarri è un allenatore di grande temperamento, è bravo ha una gestione del gruppo soprattutto per chi gioca. Lui non ha 20 titolari, ha i suoi 14-15 giocatori che fa stare veramente bene. A lui dai tanto perché da tanto. Ripeto ha quei 14-15 giocatori, magari gli altri fanno più fatica. Ma chi gioca lo ricorda sicuramente bene".