Come la "piccola Amanda", come la chiamava la personalità forse più geniale in assoluto del Novecento a livello mondiale. A livello spiriturale, la Amanda Lear di questo Milan è Rafa Leao: è lui che decide la luce e il buio, l'amore e l'odio delle notti del popolo a cui il cuore batte per il rosso e il nero. Come in un sogno, Rafa ti prende per mano e ti accompagna lì, dove il fondo sembra lontano e la gravità non esiste. "Io non dipingo un ritratto affinché sia simile al soggetto, ma piuttosto affinché la persona cominci a desiderare di essere come il suo ritratto", diceva Salvador Dalì, la grande ombra che aleggia sulle prime righe di questo pezzo. Ed è importante che Leao insegua questa idea: la rincorsa determinata, ambiziosa, accorata al diventare ciò che i Milanisti già lo considerano. Un top player assoluto, che fa fatica a uscire dai primi 5 al Mondo: il palcoscenico del Parco dei Principi e la supersfida con Kylian Mbappé in tal senso saranno un primo, stimolante, banco di prova. Una notte di quelle che mancano ancora nel libro dei ricordi, di quelle che non sono successe finora e che succederanno solo se Rafa resterà se stesso: perché solo chi non è lucido può pensare che, su un campione di gare così ristrette, per un purosangue così autentico, per un amore così forte come quello tra Rafa e il calcio, se non è ancora successo non succederà mai. E poi… succede solo a chi ci crede, no?
Con un colpo di ali di una farfalla proibita, il gioco di parole ci porta in un campo semplice. Amanda Lear? La Musa Ispiratrice. Anzi, la Musah . Nessuno è come te, Yunus, che prima di fare 21, hai fatto 100. Fa strano pensare che un ragazzo del 2002 abbia già raggiunto la tripla cifra tra Liga e Serie A. E non gli aggiungiamo coppe e nazionale americana, di cui è ormai un leader. Ma contare le presenze di Musah non gli fa giustizia. Ciò che Musah fa, va pesato. E' solo all'inizio, al momento non va nemmeno al 30% del suo potenziale, ma ragiona come un grande. Riceve un'istruzione da Pioli, la assimila e la trasforma immediatamente in oro, come se non avesse fatto null'altro nella sua vita. A destra, a sinistra, da play, a tutta fascia: qualsiasi cosa gli fai fare, non ha mai deluso. E soprattutto ti lascia quella sensazione che non lo farà mai. La luce negli occhi, è diversa. Il sorriso è la chiave che gli apre i cuori di chi lo guarda. Se Yunus Musah non si farà distrarre dal piattume che circonda la sua generazione, dalle paillettes della celebrità e dal senso di sazietà ai primi risultati, ha tutto per diventare un piccolo capolavoro capace di scrivere pagine importanti della storia di un Club 7 volte Campione d'Europa. Yunus è ossigeno. E senza l'ossigeno non si può vivere.
Inevitabile non pensare anche a Sandro. Non a Sandrotonali, tutto attacco. Ma a Sandro, anima fragile. Ha sbagliato. Pagherà. E si prenderà tutte le responsabilità di tutto ciò che verrà a galla. Sperando non faccia troppo male, anche a chi lo ha sempre amato. Ma quelle serate, Sandro, sono ancora nel cuore. Quelle magiche, 22 e 23 maggio 2022. Ma anche quelle storte, quelle no. Quelle dove l'unico motivo per rimanere lì dentro, con gli altri che esultavano davanti agli occhi sofferenti, eri tu. E oggi che qualcuno pensa di rendersi simpatico sbeffeggiando i tuoi errori, ricordati di cosa sei stato. Dal Paradiso all'Inferno. Ma se in Paradiso ci sei stato, anzi lo hai dominato, vedrai… Ci tornerai, se solo lo vorrai.