Uno dei profili di cui si sta parlando di più in questi giorni è quello di Alvaro Morata, 30 anni e in uscita dall'Atletico Madrid. Già in Italia nei bienni 2014-2016 e 2020-2022, entrambi con la maglia della Juventus, il nome dell'attaccante spagnolo è accostato ad alcuni club italiani, vale a dire gli stessi bianconeri, Inter e Roma.
Sportitalia.com ha intervistato in esclusiva Alejandro Menéndez, allenatore di Morata ai tempi delle giovanili del Real Madrid Castilla, precisamente tra il 2009 e il 2011.
Juventus, Inter e Roma. Questi sono i club ai quali è accostato, e anche con una certa insistenza, Morata. In quale di questi contesti lo vedrebbe meglio?
"È difficile poterlo sapere, ma è vero il fatto di essere già stato alla Juve e di conoscere già bene quell'ambiente, lo aiuterebbe a tirare fuori il meglio di sé nel caso in cui dovesse tornare a Torino. Per quanto riguarda la Roma, Mourinho lo ha sempre stimato e lo seguiva con attenzione sin dai tempi delle giovanili del Real. Sono sicuro che sarebbe in grado di farlo rendere molto bene e a fargli raggiungere i suoi obiettivi".
Lei conosce Morata dai tempi del Real Madrid Castilla, che ragazzo era?
"Sempre stato un numero 9 e un ottimo finalizzatore. Anche in area e dietro i difensori avversari si sa muovere molto bene. Inoltre Alvaro è sempre stato un attaccante intuitivo, e sotto questo aspetto non è mai cambiato. Per il resto, era una ragazzo istruito, introverso e amico di tutti i suoi compagni di squadra".
Qui in Italia ci sono opinioni abbastanza discordanti su di lui, legate soprattutto al numero di gol stagionali.
"Morata è uno che ha sempre segnato. Chiaro che da uno come lui ci si aspettano sempre più reti, ma questo è sempre stato difficile per lui perché non è mai riuscito a giocare tutte le partite e non ha avuto quindi una certa regolarità. Ma rimane uno degli attaccanti migliori in Europa, ovunque è stato ha segnato gol molto importanti per le sue squadre. Con la sua esperienza e maturità ora può aprire una nuova tappa alzando l'asticella".
Quindi, in definitiva, come si può riassumere la carriera di Morata?
"Sin da bambino è stato un giocatore molto professionale. Per lui il calcio è sempre stato una priorità e così ha potuto realizzare i suoi sogni. Non gli è mai stato regalato nulla per cui ha sempre dovuto migliorarsi e dare il massimo. Anche grazie a questo è stato determinante in tutte le squadre dove ha giocato".