Venghino siori venghino al gran ballo degli allenatori, quello che inizia l’ultima settimana di maggio e si protrae fino a poco dopo la metà di giugno, e forse appassiona pure di più del calciomercato.
Non a caso Aurelio De Laurentiis incapace di resistere alla tentazione di prendersi la scena, ci si è fiondato al grido “Napoli sono io”, e ha contattato l’élite degli allenatori dello scibile umano.
Chi l’avrebbe mai detto che tra le grandi il più sicuro di mantenere il posto sarebbe stato Simone Inzaghi, a cui serve un punto per la definitiva riconferma e poi 14 giorni per imparare a levitare sopra la furia del Manchester City.
Sugli altri invece si scatena la variabile Conte, che non avrà soldi da incassare come nell’anno del fermo al Chelsea, e dunque se sarà totalmente ristabilito fisicamente avrà lo spazio per rimettersi clamorosamente in gioco in Italia.
Quello che doveva stare più attento di tutti è Stefano Pioli: non ha lo stipendio di Allegri a fargli da assicurazione sulla vita in caso di voglia di esonero, non ha i risultati e il gioco di Spalletti e Simone Inzaghi a fare da ombrello a ogni evenienza, non ha lo status immarcescibile di Mourinho a fare ripensare dieci volte prima di operare un esonero. La proprietà ha gradito il suo aziendalismo inossidabile rispetto allo spirito da sessantottino di Maldini (non a caso nato nel 1968), e però ne riparliamo se per caso il Milan non si qualifica alla Champions, anche se Roma e Atalanta sembrano aver sprecato la loro occasione.
Conte costa, non basta volerlo, e non sembra proprio volerlo il Napoli: AdL non si sogna di pagare così tanto chi gli lo inchioderebbe agli obblighi di mercato ogni due per tre, tanto più dopo aver dimostrato all’Italia di aver ragione su tutti. Però per Luis Enrique sì che De Laurentiis lo sforzo economico lo farebbe: l’idea è brillante, Luis Enrique gioca benissimo e non emette mezzo fiato per lamentarsi sugli acquisti che non gli hanno fatto, ma deve convincersi di raccogliere la sfida e per ora non ci sono segnali.
Alla Juventus la situazione è un ginepraio, non si sa nemmeno se ripartirà da zero punti, e dunque anche questa incognita salda Allegri alla panchina. A meno di rivoluzioni esplicite, e allora a quel punto sì che Conte tornerebbe in auge, Ma al momento la Juve ha talmente tante incognite che non sembra volersi caricare anche di quella sull’allenatore.
E infine la Roma, che non sopporta più di sentirsi scaricare addosso da Mourinho ogni insofferenza, ma se quello ti porta nella seconda finale europea in 2 anni che gli vuoi dire. Si scrive che possa essere Mourinho quello a mollare, ma a è tutto da dimostrare che ci sia una alternativa capace di far vacillare il portoghese, tanto più che dal PSG per ora non arrivano segnali in merito e dunque il portoghese potrebbe essere costretto ad adempiere al contratto.
Ma state sicuri che con 20 giorni davanti, il disco della Serie A farà continuare a far sentire il valzer degli allenatori.