Dal sito della Figc: "Il Procuratore federale ha deferito al Tribunale Federale Nazionale la Reggina e il suo Amministratore delegato e legale rappresentante pro tempore all’epoca dei fatti Paolo Castaldi, in relazione al mancato versamento, entro il termine del 16 febbraio 2023, delle ritenute Irpef relative alle mensilità di novembre e dicembre 2022. Il club calabrese dovrà rispondere a titolo di responsabilità diretta della violazione dell’art. 6, comma 1, del C.G.S., per il comportamento posto in essere dal suo dirigente ed a titolo di responsabilità propria della violazione dell’art. 33, comma 4, del C.G.S.". Tradotto in italiano significa che, secondo la giustizia sportiva, la Reggina rischia 4 punti di penalizzazione e chi se ne importa se la Reggina ha sempre sistematicamente voluto essere in regola, ma il Tribunale di Reggio Calabria le ha impedito di versare le ritenute Irpef e Inps dovute all'Erario entro il 16 febbraio scorso. Perché il Tribunale ha agito così? Perché c'è un vuoto normativo: nessuna legge sportiva impedisce di aderire al provvedimento Salva Aziende, ma non c'è una regola che permetta di congelare le scadenze. Il Salva Aziende è il provvedimento concepito per salvare le imprese indebitate, con la supervisione del Tribunale, purché le stesse trovino chi garantisca il pagamento delle loro pendenze.
Nell'estate 2022, la Reggina sarebbe sparita se non ci fosse stato Felice Saladini, brillante imprenditore calabrese, titolare del Gruppo Meglio Questo, quotato in Borsa, l'artefice della rinascita della società amaranto presieduta dal prefetto Marcello Cardona, uomo della legalità, grande servitore dello Stato e della squadra allenata da Filippo Inzaghi. Questi, nonostante le difficoltà sinora accusate nel girone di ritorno, si sta battendo per i playoff promozione. L'Era Saladini ha riacceso nuovi, grandi entusiasmi fra i reggini: per la chiarezza degli obiettivi, la concretezza degli investimenti, lo stile societario. Saladini, da mesi vuole saldare i debiti delle precedenti gestioni, però, se il Tribunale non concede la fatidica omologa, la Reggina può pagare gli stipendi dei calciatori, non le tasse. Così è scattato il deferimento davanti al Tribunale sportivo. Dicono che sia stato un atto imposto dalle norme attuali e che non si potesse fare altrimenti. Bene, anzi male. Questa è l'occasione che si offre alla Federcalcio per intervenire e sanare una situazione che farebbe invidia a Kafka. Nessuno discute l'autonomia della giustizia sportiva, ma est modus in rebus, c'è modo e modo di affrontare le cose e di cambiarle, se non funzionano. Non siamo né legulei né esperti di pandette: trovi Via Allegri la strada normativa per risolvere il caso Reggina. Chiedere giustizia oggi per la società calabrese significa evitare domani una colossale ingiustizia