Ci saranno poche, pochissime certezze a giugno con la stagione finita. Figuriamoci quelle che possono palesarsi con tre mesi di anticipo, a primavera appena iniziata e con una stagione tutta da decidere nelle dinamiche, negli effetti, e soprattutto negli esiti.
L'unico dato di fatto è che la prossima, possa manifestarsi alla stregua di un'estate di sostanziali rivoluzioni per le scrivanie e le panchine di casa nostra, con cambiamenti che potrebbero paradossalmente verificarsi a prescindere dalla conclusione della stagione in corso.
Tra gli allenatori è evidente che la città di Milano, per ragioni diverse, non possa ricalcare le certezze di conferma che avevano contraddistinto lo scorso anno di questi tempi i destini di Pioli ed Inzaghi. Antonio Conte è un'ombra ingombrante che si staglia alle spalle dell'una e dell'altra panchina, anche se sul fronte nerazzurro ci sarebbero da risolvere le divergenze che avevano portato al divorzio dell'estate 2021, mentre per quanto riguarda il Milan c'è da capire se Maldini (per sua stessa ammissione non un fanatico della difesa a 3) possa optare per un cambio tanto invasivo sulle casse del club. Soprattutto perchè abbiamo raccontato di come ogni decisione rossonera passi attraverso il placet eventuale della proprietà.
Risparmiamoci l'ovvietà del percorso Champions e della corsa agli obiettivi che potrebbe influire su ogni genere di decisione, aggiungendo però anche la Roma al potenziale giro di rivoluzioni.
Josè Mourinho ha una storia tale da poterlo rendere accostabile a qualsiasi panchina di big continentale alla ricerca di un gestore di ferro efficace nelle competizioni europee. Motivo per il quale una permanenza in giallorosso nonostante l'anno di contratto residuo è tutt'altro che scontata. Sarri è la mina vagante della compagnia, poiché il rendimento della sua Lazio è sotto gli occhi di tutti, esattamente come sono note le divergenze di vedute con la dirigenza che potrebbero cambiare le carte in tavola ed inserirlo nel potenziale domino di cui sopra.
Roberto De Zerbi è il sogno irraggiungibile per tutti i top club di casa nostra che manifestano la volontà si strapparlo ad una Premier League che sembra destinata ad ospitare il suo sviluppo professionale per il prossimo futuro, mentre Thiago Motta, Juric e Italiano rappresentano le idee a sorpresa che potrebbero decollare verso una big nel caso in cui la rivoluzione di cui sopra si andasse a materializzare.
Un cenno a parte lo merita anche l'Atalanta, in cui come ogni anno di questi tempi, le valutazioni di Gasperini e nei suoi confronti tengono banco ipotizzando un divorzio che alla fine non si è mai materializzato.
Direttamente collegate alle panchine sono anche le scrivanie, che in alcuni casi aiutano a comprendere chi potrebbe essere compreso o meno in un possibile cambio della guardia. Abbiamo raccontato in settimana di un incontro tra la Juventus e Massara ispirato anche dall'opinione di Max Allegri che con l'attuale Direttore Sportivo del Milan ha condiviso lo spogliatoio nel Pescara di Galeone. Difficile che dal contatto esplorativo si passi a qualcosa di più concreto, ma la mossa suggerisce una posizione del tecnico particolarmente salda nell'universo bianconero.
Pensando al ruolo di Direttore Sportivo non si può che ragionare su chi ha dimostrato di essere stato più bravo di tutti nell'ultima estate di mercato, ovvero Cristiano Giuntoli. Il Deus ex machina del Napoli è corteggiato sostanzialmente da tutti, Juve compresa, in vista della ricostruzione che dovrà essere predisposta per il futuro. Tuttavia è giusto ipotizzare che una decisione possa arrivare solo a bocce ferme, visto che il contratto con il Napoli ha una scadenza 2024 che mette il dirigente in una posizione di forza e tranquillità.
La sua permanenza è l'inequivocabile piano A per De Laurentiis, conscio della miniera d'oro che lo stesso Giuntoli, assieme al lavoro di Spalletti, è stato in grado di generare in presenza dei trofei che santificheranno la stagione del Napoli consegnandola alla storia. Tra i profili apprezzati dai partenopei, ad ogni modo, è giusto sottolineare quello del Direttore Sportivo dell'Empoli Pietro Accardi: da anni protagonista di una gestione illuminata sotto la guida del Presidente Corsi.
In casa Inter il cambiamento arriverà con la sostituzione di Samaden con il profilo di Catellani che ha preso il largo nella pole position, mentre per il Milan andrà messo a punto il dialogo tra le idee di Maldini e la volontà della proprietà di mantenere il controllo su ogni operazione.
In casa Roma sono saldi sia Tiago Pinto come general manager che Mauro Leo come Direttore Sportivo nonostante qualche sirena dalla Premier che riecheggia per il portoghese senza ancora nessun contatto concreto, mentre per quanto riguarda la Lazio la posizione di Tare resta collegata ad un rapporto con Sarri che non è mai decollato e non sembra prospettare schiarite a stretto giro di posta.