Se domani l'Inter di Inzaghi sarà fra le squadre che terranno il fiato sospeso in attesa di conoscere l'esito del sorteggio per gli accoppiamenti dei quarti di finale di Champions League, molto lo deve al proprio portiere André Onana, protagonista nel doppio confronto con il Porto di alcuni interventi decisivi, fra i quali uno in pieno recupero nel match di ritorno.
Partito come alternativa di Handanovic, Onana ha presto scavalcato le gerarchie convincendo l'allenatore a puntare su di lui. Per conoscere meglio l'estremo difensore nerazzurro la redazione di SPORTITALIA ha contattato in esclusiva Jules Youmeni. Jules è amico di André fin dai tempi in cui, in Camerun, da bambini, entrambi muovevano i primi passi nel calcio facendo parte della Fondazione Eto'o (la Samuel Eto'o Academy). Oggi gioca al CD Calahorra, in Tercera Division in Spagna.
Nella serata di Oporto, la mente è tornata a quando André – in ascensore, prima della sfida d'andata allo Spezia – rispondeva ad un tifoso che gli chiedeva se avrebbe giocato: "Pazienza" – disse. E' questa la sua forza?
"André è uno che rimane sempre positivo. Ovviamente all'inizio della stagione era paziente perché sapeva che quando ne avrebbe avuto l'opportunità, l'avrebbe colta in pieno. Non perde mai la fede, è sempre così".
Prima del match con il Porto, invece, ha detto: "Paura? André non ha mai paura". Per poi dimostrarlo in campo.
"E' così: André non sente la pressione, non ha mai paura. Mi ha sempre detto: "Fratello, i tifosi non giocano: siamo 11 contro 11 in campo". Lui adora quando le cose diventano difficili. Questo è André".
Al di là del rendimento, dai suoi atteggiamenti non è mai sembrato alla sua prima stagione all'Inter. Non trovi?
"Sì, fa sembrare le cose così. Ti assicuro invece che non è stato facile per André: deriva dal fatto che ha una grande personalità e pazienza, fa sembrare tutto più facile. Penso che lo stiano aiutando molto in questo ragazzi come Handanovic e Lukaku, sia dentro al campo che fuori".
Ci racconti il tuo rapporto con lui, ai vostri inizi nella Fondazione Eto'o?
"Ho un rapporto molto forte con André. C'è poco da dire: ai tempi della fondazione Eto'o condividevamo lo stesso letto, andavamo nella stessa scuola e mi trattava anche come se fossi suo fratello".
Pensi che possa diventare una bandiera dell'Inter?
"Certo che può diventarlo, perché ama il club e la città di Milano. Inoltre ha lo spirito combattivo che i tifosi interisti amano".