Dai campi di Eccellenza e Serie D, al gol decisivo per la vittoria della Juventus contro lo Sporting Lisbona, in Europa League: Federico Gatti non vuole fermarsi e, partita dopo partita, sta rispondendo presente alla fiducia che gli sta dando Allegri, in questa stagione.
Ai microfoni di SPORTITALIA è intervenuto in esclusiva Sergio Galeazzi, che ha allenato il talento bianconero ai tempi del Verbania (nel 2019/2020), prima del suo approdo fra i professionisti, al Pro Patria nella stagione successiva, per parlare dell'ascesa del difensore bianconero.
Mister, cosa ricorda di Gatti, ai tempi della Verbania?
"Di lui mi colpiva particolarmente una cosa: per esperienza ho sempre saputo che i giovani vanno spesso stimolati. Con lui invece valeva il contrario: andava frenato".
In che senso?
"Pur essendo allora un ventenne, qualsiasi cosa facesse, dal riscaldamento al torello ed a qualsiasi esercizio, andava frenato: in senso buono, perché faceva tutto con la massima concentrazione ed ai mille all'ora. Una mentalità che è rara da trovare nei giovani di oggi".
Come convinse la Pro Patria a portarlo fra i professionisti?
"Io sono amico di Gaetano Paolillo il procuratore: lui già allora – come oggi – aveva giocatori importanti di serie B e Serie C. Lo chiamai e lo feci incontrare con Federico, ad Arona, dicendogli: "Prendilo, perché questo sicuramente arriverà". Diventò l'unico ragazzo dilettante a far parte della scuderia di Paolillo. Lui lo portò alla Pro Patria e da lì iniziò la scalata fino ai tempi di oggi".
Gatti è partito dai settori giovanili di Torino ed Alessandria, per poi partire dal basso. Ha notato in lui la mentalità di chi ci voleva tornare, in quelle squadre?
"Sì, è così. Lui ha fatto dei settori giovanili importanti e si vedeva che oltre alla fisicità ed alle capacità che si vedevano già allora, il suo punto di forza fosse un altro: la concentrazione unita appunto alla mentalità, che fin da subito ha avuto. Aggiungo la professionalità e la voglia di arrivare. Anche ieri si vedeva".
Cosa ha notato, contro lo Sporting?
"Che in casa Juventus – e dico Juventus e non, con tutto il rispetto, Ascoli o Lecce -, era lui a stimolare e a dare il cinque a giocatori come Danilo, Bremer o Szczesny. Questo dimostra il carattere e la personalità di questo ragazzo".
Che ne pensa della stagione che sta disputando?
"Come era logico ha avuto una normale fase iniziale di ambientamento, Ma poi ha dimostrato anche ieri di essere la Juventus. È giovane, ha solo 24 anni e non a caso è stato chiamato in Nazionale".
Con lui la Juventus può pensare di continuare la tradizione di difensori forti e italiani?
"Non c'è bisogno che lo dica io, la Juventus deve puntare su di lui e lo sa. D'altronde sta anche dimostrando di avere ancora ampi margini di miglioramento e non a caso i bianconeri sembra che ci contino per il presente e futuro. Fanno bene".