Napoli
Siamo oltre la celebrazione e, quindi, rischia di diventare tutto stucchevole. Il Napoli non è la squadra più forte d’Italia, è una delle squadre più forti d’Europa. Serenamente. I nomi li conoscete. Il sottoscritto ne pesca uno dal mucchio: Di Lorenzo. Ha giocato tutte le partite in campionato e pure in Champions (tutte), ha sbagliato pochissimo. È la dimostrazione vivente che il turnover è necessario per molti, ma non per tutti.
Milan
Ok, raramente i rossoneri hanno avuto così tante difficoltà sotto la gestione Pioli ma, oh, succede. Il miracolo semmai era vincere sempre, anche con mezza rosa fuori, ma le assenze dei “monumenti” e il ritardo dei “nuovi” si stanno fisiologicamente facendo sentire. Questo significa che sia tutto finito? Chi pensa una roba del genere non ha ancora capito di che pasta è fatto Pioli.
Juventus
È arrivata una batosta, di quelle che fanno male. Poi come spesso accade si drammatizza e si stravolgono le valutazioni, perché ci piace così. I bianconeri a Napoli sono stati inaccettabili, ma trasformare la disfatta in “nelle 8 vittorie precedenti è stato solo culo” pare un filo esagerato. La verità è che Allegri ha toppato perché al Maradona ha sconfessato se stesso. Inzaghi ha battuto Spalletti scegliendo di fare “la battaglia”, mettendo marcature doppie e triple sui fenomeni altrui; Allegri, in genere maestro di strategia, ha scelto di fare il muso contro muso e, infine, l’ha sbattuto, il muso. Questo significa che sia tutto finito e buonanotte Juve? Ma quando mai, la verità è che siamo nati per sentenziare…
Inter
Il 2023 dell’Inter: vittoria, pareggio, vittoria (Coppa Italia), vittoria. Ma anche in questo caso si fa la tragedia. Ormai se non vinci giocando come il Brasile arrivano le sentinelle dell’estetica: “Che pena, così non va”. Ma che barba. La verità è che la squadra c’è, devono “solo” crescere le seconde linee, loro sì impegnate troppo a chiacchierare fuori dal campo e a sonnecchiare sul prato. Quanto alle ipotesi di scambio con il Barcellona (i vari Correa, Depay, Brozovic, Kessie), al momento, non è ancora arrivata alcuna telefonata dalla Spagna. Al momento (e comunque Kessie spinge assai…).
Lazio
La squadra gioca, ma i borbottii restano. Soprattutto quelli tra tecnico e dirigenza. Ma queste poche righe le vogliamo dedicare a Felipe Anderson, giocatore raro. L’altro giorno non è stato perfetto, per carità, ma questo qui sa fare tutto: fase difensiva, offensiva, l’esterno, la prima punta, ha corsa e intensità. Tutto. Ad avercene.
Roma
Esistono “due Roma”: quella con Dybala che vince (quasi) tutte le partite, quella senza Dybala che, invece, fatica un po’. E allora qui faccio doverosa mea culpa: il sottoscritto non credeva a un Dybala così performante e trascinatore e, invece, ad oggi si è dimostrato tutte queste cose e anche di più. Bravissima la Roma a portarlo a casa, fessi tutti gli altri a sottovalutarlo (compreso il sottoscritto, appunto).
Atalanta
Solo negli ultimi due anni, a Bergamo, hanno portato alla ribalta Koopmeiners, Hojlund, Scalvini. Tre a caso. Stop, erano e sono dei fenomeni.
Udinese
Tanto potenziale – rosa davvero buona – attualmente inespresso. Deulofeu è chiaramente indispensabile.
Torino
Perfetti in Coppa Italia, inceppati contro lo Spezia. Ma i 120 minuti di San Siro non potevano non farsi sentire.
Fiorentina
La Fiorentina funziona troppo troppo troppo a singhiozzo per il suo potenziale e questo è un dato di fatto che pesa decisamente su Italiano.
Ps. 1 Iniziare a dire cose buone del signor Gotti, tecnico dello Spezia, sarebbe cosa buona e giusta.
Ps. 2 Far fuori un tecnico a +9 sulla zona salvezza suona come un’ingiustizia. Sì, anche se la tua squadra ha perso 8-2.