C’è un Milan d’Italia e un Milan d’Europa. Esattamente come l’anno scorso, quando il pallone inizia a scottare, è tempo di fare i conti e darsi delle priorità. E allora il patto per Dublino parte da Rennes: 8 partite da vincere, poi in tanti per la loro strada. Forse proprio a partire da Stefano Pioli, il cui futuro è legato all’Europa League sì, ma che forse potrebbe prendere una direzione diversa a prescindere, in maniera consensuale. Mettersi alle spalle Monza è un obbligo. E per questo, nonostante la gara di andata offra sufficienti rassicurazioni in termini di risultato, si riparte per forza dai titolari. Da Leao in campo e altri 10, con Rafa chiamato a fare in partita secca, tutto ciò che in campionato non riesce da mesi. Trascinare da vero leader tecnico una squadra che ha bisogno di lui. E che ha bisogno di divertirsi con lui, per esprimere un calcio all’altezza. Scollinare i playoff e presentarsi agli ottavi come una delle grandi favorite, farebbe tutta la differenza del mondo. Perché è vero che l’urna del prossimo sorteggio è caldissima, con Liverpool e Bayer Leverkusen come possibili avversarie, ma è ancor più pacifico che forse siano ancora di più le 7 già qualificate a voler evitare assolutamente il Milan che viceversa. Anche perchè finalmente l’infermeria si sta svuotando. Dopo Thiaw, che deve ancora recuperare lo smalto perduto, a breve toccherà a Kalulu e Tomori, forse già a disposizione contro l’Atalanta domenica sera. E con una difesa finalmente al completo, Pioli conta di tamponare finalmente anche l’emorragia di gol presi a ripetizione. Un anno fa, bastò mettersi a 3 per fermare Tottenham e Napoli non subendo praticamente nulla nonostante Kane, Osimhen e gli altri. Oggi, chissà che l’idea non torni di grande attualità, almeno in coppa, dove le squadre non si chiudono come in Serie A, e giocare di rimessa con Theo e Leao potrebbe diventare un’arma micidiale.