L’indagine è proseguita fino alla risoluzione attraverso l’arresto per coloro che avevano bruciato l’auto: è accaduto all’allenatore. La ricostruzione e l’epilogo.
Giustificare un atto di vandalismo pericoloso è complicato. Quando a esserne vittima è un personaggio del mondo dello sport, si può presupporre che l’accaduto sia motivato da antagonismi, frizioni coi tifosi e simili circostanze. Tuttavia ciò non limita lo spavento né la necessità di ricorrere alla giustizia affinché sia avviata un’indagine. Quella a cui si fa riferimento in questa sede risale a fatti verificatisi fra ottobre e dicembre del 2023.
La zona è quella di Schiavonea, una frazione di Corigliano-Rossano in provincia di Cosenza. Dove un incendio doloso, del quale non si conoscevano gli autori, aveva visto andare in fiamme l’auto di Ida Gattuso, sorella dell’ex calciatore e attuale allenatore del Marsiglia, Rino Gattuso. Della vettura in pochi minuti è rimasto poco o niente. Poiché le fiamme l’hanno praticamente divorata, al punto che risalire a marca e modello è stato complicato. La donna, la quale è stata anche consigliere comunale di Corigliano, chiaramente ha riconosciuto l’auto come sua nell’immediato, anche perché in sosta nei pressi della sua abitazione.
L’intervento dei Vigili del Fuoco è stato pressoché immediato, ma non risolutivo siccome l’automobile era già stata avvolta dalle fiamme irrimediabilmente. Tuttavia, il successivo intervento da parte dei Carabinieri del Reparto territoriale di Corigliano-Rossano ha fatto sì che si aprissero le indagini per trovare i colpevoli e comprendere il movente, siccome gli atti intimidatori – come sottolineato sopra – sono andati avanti per circa due mesi.
Auto in fiamme per due volte: risolto il caso che ha coinvolto la sorella di Gattuso
Dopo l’incendio all’auto in ottobre, infatti, ne è avvenuto un secondo, una dinamica analoga per un’altra delle vetture di Ida Gattuso. Si è quindi accelerata la ricerca di prove e testimonianze, data anche la procedura ripetuta da parte dei malviventi. In manette sono finiti Aldo Abruzzese e Mustapha Hamil, come riferisce il ‘Corriere dello Sport’. Pare che i due avessero legami con la criminalità organizzata e che sarebbero i responsabili degli episodi che hanno visto vittima la sorella del noto allenatore.
Lo scopo sarebbe stato quello di ottenere 3mila euro in cambio di evitare conseguenze negative circa un finanziamento cospicuo ottenuto dal padre Franco per la realizzazione di un impianto fotovoltaico. Niente che riguarderebbe quindi né tifosi né Rino Gattuso, bensì questioni molto più delicate circa denaro e realizzazioni imprenditoriali sul territorio.