Un ex pilota Ducati ha espresso delle critiche nei confronti della casa di Borgo Panigale. Parole che fanno discutere
La Ducati è diventata il riferimento della MotoGP negli ultimi anni e questo risultato è il frutto di un grande lavoro. Dopo stagioni passate a veder vincere altri marchi, la casa bolognese ha fatto un grande salto di qualità.
L’unico titolo MotoGP era quello di Casey Stoner del 2007, Francesco Bagnaia è riuscito a imporsi sia nel 2022 sia nel 2023. E in questi anni sono arrivati anche gratificazioni come il mondiale costruttori. Nell’ultimo campionato la classifica finale ha visto tre piloti ducatisti concludere davanti a tutti in classifica: Bagnaia, Martin e Bezzecchi. Una situazione di predominio evidente.
MotoGP, Casey Stoner critica la Ducati
La Ducati ha otto Desmosedici GP sulla griglia e non sono in pochi a ritenere che questa situazione sia un grande vantaggio. Più moto significa poter disporre di più dati per lo sviluppo e, visto la competitività del mezzo, anche avere più piloti in lotta per posizioni importanti. Uno scenario che potrebbe cambiare dal 2025, se il team VR46 decidesse di legarsi a Yamaha o KTM.
Stoner, intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’, ha espresso un pensiero critico sulla condizione in cui si ritrova Ducati in MotoGP: “Non sono contento del fatto che abbiano così tante moto in pista. Così possono controllare ogni squadra e pretendere da loro risultati che non sono corretti. Non dovrebbero esserci ordini dal costruttore. Ho perso molto rispetto verso di loro dopo che sono arrivati a questo livello. Se devono vincere a tutti i costi, per me non hanno onore“.
Il due volte campione del mondo ritiene che siano troppe le otto Desmosedici in griglia e non gradisce neppure l’approccio della Ducati. A suo avviso, ci sono troppi ordini che vengono dall’alto e che condizionano le squadre non ufficiali. Una tesi discutibile, se consideriamo che Jorge Martin con il team Pramac ha potuto liberamente giocarsi il titolo fino alla fine con Pecco Bagnaia.
Forse nel box Ducati c’è stata un po’ più di agitazione nel 2022, mentre nello scorso anno la gestione è stata diversa. Non è mancato qualche momento di tensione, però sono dinamiche normali in un campionato così competitivo. Probabilmente lo stesso Stoner da team manager si comporterebbe diversamente da come parla nelle interviste. Questione di ruoli. Fare i duri e puri quando si è fuori è facile, poi da dirigente sportivo devi conquistare risultati e fai il massimo per ottenerli. C’è poco da dire alla casa di Borgo Panigale.