Daniele Cassioli, il più grande sciatore nautico paralimpico italiano
Nuova puntata “Di Tutto un Pod” con Daniele Cassioli, il più grande sciatore nautico paralimpico italiano. L’intera puntata sarà disponibile sul canale YouTube dalle 16, mentre domani sul canale 60 DDT a partire dalle 16.30.
LA PASSIONE PER IL CALCIO E LO SCI NAUTICO – “A volte i titoli mettono un po’ a disagio, io sono una persona semplice. In che stagione mi sento? Direi primavera, sono un po’ più grande dei ragazzini della Primavera, ma mi sento in una vita nuova. Ho smesso di gareggiare in modo continuativo. Sci nautico? Il rapporto con questo sport lo devo molto alla mia disabilità, da piccolo il mio sogno era giocare a calcio con i miei compagni di classe. Giocavo in giardino, ma non potevo iscrivermi alle scuole calcio. E’ stato per me molto doloroso dover accettare quest’aspetto, cose che diamo per scontate ma che sono legate allo sport giovanile. I miei genitori, colpiti per il mio dispiacere, si sono mossi per cercare qualcosa. Nel 1995 non c’era molta cultura della disabilità e internet non c’era ancora. Da lì hanno scoperto che i ciechi potevano sciare sulla neve senza essere per forza attaccato a qualcuno. Quel senso di libertà ha fatto crescere il mio amore per lo scivolamento”.
IL RAPPORTO CON LA DISABILITÀ – “Oggi c’è più sensibilità e consapevolezza nello sport sul tema della disabilità. Le paralimpiadi sono spesso giocate da chi la disabilità la incontra nel tempo. Per i bambini è più difficile perché sono ospedalizzati e il focus è sul rendimento scolastico. Dunque non c’è la sensibilità e nemmeno le conoscenze per dargli tanto spazio. C’è ancora tanto su cui lavorare, ma il miglioramento c’è stato. Bisogna fare in modo che i bambini con disabilità possano fare sport”.
FEELING CON IL CALCIO – “Ora molto meno, ho giocato in una squadra di non vedenti. Anche non vedendo ero convinto di poter allenare la tecnica, puoi puntare su tanto altro. Con i palloni sonori calcio per divertimento: è un mantra! Tifo? La Roma è il mio tifo da quando sono nato, ho difficoltà di gestire il romanismo. Quando ho toccato Totti per la prima volta, mi sembrava impossibile fosse una persona come noi: è talmente idealizzato che conoscevo a memoria la sua voce. Il calcio si sta aprendo e sta facendo più sistema: in molti stadi è possibile avere la radiocronaca della partita”.
DIFFICOLTA’ NEL QUOTIDIANO – “Ho scritto un romanzo autobiografico. Presentazioni, scuole che lo leggono: tutta la gratificazione che viene dopo. E’ una lettera d’amore allo sport, c’è tanto su cui riflettere rispetto a come noi utilizziamo lo sport come alleato educativo. Ti dà un senso di utilità più ampio
Trascrizione a cura di Niccolò Anfosso e Massimiliano Fina
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