Proseguono le indagini sul caso scommesse, iniziato nell’ottobre del 2023. Ci sarebbero due talpe che avrebbero fatto trapelare informazioni riservate a indagini in corso: secondo quanto riferisce l’edizione odierna de La Stampa, anche Nicolò Fagioli ne sarebbe a conoscenza.
Il 29 aprile Fagioli avrebbe scritto a De Giacomo (il presunto allibratore) che avrebbe incontrato una persona che “avrebbe un amico che lavora alla Questura di Roma che gli ha riferito di Elysium, Fagioli e Marinoni e di informazioni legate al mondo delle scommesse e della vendita di orologi”.
Con il proseguimento delle indagini si potranno chiarire più aspetti della vicenda.
L’editoriale di Criscitiello
Sulla vicenda è tornato il direttore di Sportitalia Michele Criscitiello nel suo editoriale: “Tonali, Zaniolo, Fagioli e tanti altri. Se poi si vuole indagare bene troverete il 90% dei calciatori dalla A alla C che è coinvolto in questo genere di “affari”. Il problema è chi sbattere in copertina e i nomi fatti ovviamente sono poster eccezionali. Quelli più scarsi non fanno notizia. Chiariamo, però, un punto e se vogliamo davvero trarre qualche vantaggio da queste storie allora bisogna parlarne e affrontare l’argomento. Cosa che il mondo del calcio non vuole fare. Punto 1: la normativa va cambiata. I calciatori non possono non poter scommettere su tutti gli sport. Sono cittadini come tanti altri e l’unica cosa che deve fare la giustizia sportiva è radiarli se scommettono sul calcio. Se Tonali si gioca due milioni su Sinner o sulla Ferrari, scusate tanto, ma il problema non è del club, della Figc o nostro. Il problema è di Tonali che butta 2 milioni. Le regole federali sono obsolete e la giustizia sportiva non si potrà mai sostituire a quella ordinaria. Pene più aspre per chi scommette sul proprio sport (anni di squalifica) e radiazione se scommetti sulla tua squadra o sul tuo campionato.

Esempio: se Tonali si gioca Benevento-Casertana deve essere squalificato per anni. Se Fagioli scommette su Fiorentina-Udinese va radiato. Invece non cambia mai nulla perché il vero problema sta nel regolamento. Se vuoi limitare tutto non limiti niente.
Punto 2: i calciatori devono potersi iscrivere ai siti legali. I famosi .it. Almeno sono controllati e vietare loro di iscriversi sui siti legali non peggiora che la situazione. Finiscono sui .com illegali, giocano a credito in maniera clandestina e finiscono nei guai dopo mezz’ora. Anche in questo caso è tutto sbagliato. Se un calciatore professionista vuole iscriversi ad un sito deve poterlo fare. Sarà poi il book, dal suo profilo, a bannare la sezione calcio. Stesso discorso con un tennista per il tennis. Non è molto difficile da capire o da attuare ma come sempre preferiamo dire no a tutto ed è la cosa più sbagliata perché la situazione non è controllata e degenera. Vedete l’assurdità del decreto dignità. Il Movimento 5 stelle pensava di fare una cosa buona sotto dettato di qualcuno invece non ha fatto altro che portare business al gioco illegale, andando contro un sistema legale che paga miliardi di tasse allo Stato ogni anno. Assurdo anche mantenere in vita la responsabilità oggettiva per i club. Nel 2025, per una società di calcio, diventa pressoché impossibile avere il controllo di tutti i suoi tesserati. Mai un club potrà essere incolpato per responsabilità oggettiva se un suo giocatore scommette una vittoria o una ammonizione anche della propria squadra. Qui rientra tutta la riforma della giustizia sportiva. Bisogna intervenire quanto prima perché stiamo giocando con regole vecchie e datate. Il mondo cambia, il calcio si evolve ma la giustizia sportiva resta ferma agli anni ’70 quando c’era il Totocalcio e per fare una schedina dovevi trovare il punto Snai sotto casa o il tabacchino che ti dava la schedina pre impostata.