Sinner, notizia appena arrivata: c'è un rischio - Sportitalia.it (screen Youtube)
In attesa del grande ritorno agli Internazionali d’Italia, previsto per l’inizio di maggio, Jannik Sinner continua il suo lavoro lontano dai riflettori, ma con una determinazione che non è mai venuta meno.
Se la squalifica imposta dalla WADA per la vicenda legata al Clostebol gli ha impedito di calcare i campi ATP, non ha però frenato la sua voglia di migliorarsi. Anzi, il tempo lontano dalle competizioni è stato trasformato in un’opportunità per potenziare corpo e mente. Niente tornei, niente pressioni da ranking: solo concentrazione assoluta sulla crescita personale e atletica. A Monte Carlo, dove vive e si allena, Sinner ha intrapreso un lavoro mirato e meticoloso con il suo staff, sfruttando l’assenza di tornei per entrare nel dettaglio della propria preparazione. I classici micro-cicli sono stati convertiti in macro-cicli, più lunghi e approfonditi, ideali per affrontare in modo strutturato aspetti fisici, posturali e mentali.
Non solo allenamenti: il team ha puntato anche su nuove sollecitazioni, attività diverse, stimoli extra campo per arricchire l’approccio mentale del numero uno del mondo. Nel frattempo, il mondo del tennis si muove, con Zverev e Alcaraz che provano – per ora senza riuscire – a colmare il vuoto lasciato dall’azzurro. Ma Jannik è pronto a tornare con nuove energie e una motivazione rinnovata. Lontano dai campi sì, ma mai così concentrato sull’obiettivo. A Roma, la nuova stagione di Sinner è pronta a cominciare davvero, anche se il suo preparatore ha messo tutti in guardia.
C’è un aspetto spesso trascurato nel tennis d’élite: l’importanza della varietà per mantenere viva la motivazione. Nel lungo periodo di stop che Jannik Sinner sta affrontando, questo principio è diventato la chiave di volta per un rientro non solo atleticamente solido, ma anche mentalmente fresco. A raccontarlo è Marco Panichi, preparatore atletico dell’altoatesino, che ha svelato il dietro le quinte di questi mesi “diversi” in un’intervista al Corriere della Sera. Lontano dalla routine serrata di tornei, viaggi e allenamenti sempre uguali, il team ha costruito un percorso nuovo.
Sfide mentali, nuove sollecitazioni, anche attività apparentemente distanti dal tennis — come una partita a golf o la visita a un museo — hanno fatto parte del programma. Il messaggio è chiaro: stimolare l’atleta su più fronti, per evitare il logoramento mentale e rendere ogni seduta una scoperta. Panichi ha messo l’accento su un concetto semplice ma efficace: “Però è altrettanto vero che una certa ripetitività è utile al confronto, senza correre il rischio di ingabbiare il giocatore in qualcosa di troppo monotono. È la varietà nel protocollo di lavoro che ci consente di capire se stiamo andando bene”.
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