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Lazio, Baroni: “Derby per la prima volta così vicino alla Coppa…”. E annuncia un ritorno importante

Marco Baroni, tecnico della Lazio, ha parlato oggi in conferenza stampa in vista del Derby della Capitale.

Marco Baroni, Lazio
Marco Baroni, allenatore Lazio (Fonte immagine: SS Lazio)

Il poco tempo per pensare al derby è un vantaggio o una difficoltà in fase di preparazione?

Non credo ci siano precedenti di un derby giocato così vicino temporalmente a una gara di coppa, ma questo non cambia le cose. Il derby si può affrontare anche dopo un altro impegno: è una partita così speciale che, soprattutto davanti ai nostri tifosi, avremo tutta l’energia possibile. Il loro supporto sarà fondamentale“.

Cosa le ha lasciato il derby d’andata? Quanto siete fiduciosi di poter ribaltare l’esito giovedì prossimo?

Dopo la partita di Bodø dissi che il ritorno sarebbe stato diverso. Alcune condizioni ci sono state sfavorevoli, dal freddo al campo. Basti vedere le scivolate di Vecino sui gol subiti. Ma giovedì sarà un’altra storia: siamo convinti di poterci giocare tutte le nostre carte per passare il turno. Sarà una gara diversa, servirà intensità e sono certo che la squadra avrà tutte le energie necessarie“.

Come ha trovato il gruppo al rientro da Bodø? Belahyane è pronto?

Reda sta crescendo bene, è stato preso perché conoscevamo il suo valore e sarà sicuramente della partita. La squadra è consapevole dell’importanza di questa gara, ed è questo l’aspetto più rilevante. Oggi ci alleniamo e resteremo a Formello per prepararci al meglio“.

Quanto sarà importante ritrovare l’intesa tra Dia e Castellanos?

È evidente che avevano trovato un’ottima intesa. Taty è stato fuori a lungo e ora sta tornando: deve affrontare il campo con serenità, dare tutto quello che ha senza pensare a restare in campo 90 minuti. Dopo un infortunio servono certezze, e lui per noi è fondamentale. Sono sicuro che ci darà un grande contributo“.

Si aspetta di più dalla squadra nei momenti chiave delle partite?

Il risultato è frutto del lavoro collettivo, non separo mai i singoli dal gruppo. La squadra deve avere una propria identità, riconoscersi nella prestazione e nel sacrificio. Questo è il nostro obiettivo. Le prestazioni ci sono sempre state, poi talvolta i risultati non sono arrivati. Ricordo sempre ai ragazzi che la prestazione è la base per ottenere risultati importanti”.

Per offrire una grande prestazione la Lazio deve sempre spingere al massimo?

Abbiamo un’identità precisa, non siamo una squadra che si accontenta. Dobbiamo dare tutto in ogni partita, senza freni mentali o timori. A volte non ci riesce per merito dell’avversario, ma non dobbiamo mai perdere fiducia o consapevolezza nei nostri mezzi“.

Ha mai pensato di inserire un centrocampista in più per garantire maggiore equilibrio?

La squadra ha trovato il suo equilibrio con il 4-2-3-1, e io cerco sempre di valorizzare la condizione migliore dei miei giocatori. Per molto tempo ci sono mancati elementi importanti come Vecino e Dele, mentre gli altri centrocampisti hanno caratteristiche da mediani puri. Guendouzi e Rovella stanno disputando un campionato straordinario in quel ruolo. Con il 4-2-3-1, il vertice avanzato può essere più offensivo o un centrocampista di contenimento, ma ciò che conta è mantenere sempre lo stesso atteggiamento“.

Quanto la infastidisce subire gol nei primi minuti dei due tempi? Sta valutando l’impiego di Gigot per contenere Dovbyk?

Non basta un solo giocatore per fermare Dovbyk, servirà l’impegno di tutta la squadra nelle due fasi. Gli episodi non capitano mai per caso, e la gara di giovedì scorso è stata davvero particolare. Non voglio tornare su certi dettagli per non creare alibi: gli alibi indeboliscono. Ora pensiamo solo a questa partita, poi ci concentreremo sul ritorno“.

La distanza tra difesa e centrocampo è un rischio calcolato?

Ho sempre cercato di tenere la squadra il più alta possibile, perché credo sia la soluzione migliore per una formazione a trazione offensiva. A volte si rischia di concedere spazi tra le linee, ma la squadra ha dimostrato, come a Bergamo, di saper gestire queste situazioni. Ogni partita ha le sue variabili e contro il Bodo la prestazione fisica degli avversari è stata notevole. Dobbiamo saperle affrontare, e io ho piena fiducia nei miei ragazzi“.

Si sente sfavorito? Il distacco dalla Roma pesa a livello mentale?

No, se guardiamo le ultime 15 partite, la Roma ha sei punti in più dell’Inter ed è prima sia per gol fatti che per solidità difensiva. In questo momento sono i più in forma, ma noi ci saremo, pronti a dare tutto per batterli con determinazione“.

Giocare con la linea più bassa è un rischio? La squadra risente della pressione e delle recenti sconfitte?

Il calcio deve sempre trasmettere entusiasmo e gioia, ed è ciò che pretendo dalle mie squadre. Le sconfitte devono far male fisicamente, ma offrono anche l’opportunità immediata di riscatto. Abbiamo davanti una partita speciale, da vivere con tutto il nostro cuore. Ho sempre evitato di usare un certo tipo di retorica: quando giochi su tre fronti, com’è successo a noi, è normale dover gestire energie fisiche e mentali. Alcuni giocatori stanno ancora crescendo e maturando, e queste esperienze sono fondamentali. La Lazio è dentro questo processo e non abbiamo alcuna intenzione di fermarci“.

Il rientro di Castellanos può aiutare il rendimento del trequartista? E cosa pensa della nuova inchiesta legata alle scommesse?

Preferisco non commentare il tema delle scommesse, è una questione che non mi appartiene né riguarda i miei giocatori. Per quanto riguarda Taty, sono contento del suo rientro. Ho sempre parlato anche di chi non era disponibile, e Dia, ad esempio, ha fatto bene contro l’Atalanta. Ma nessuno di loro è il nostro centravanti titolare. Castellanos tornerà in campo domani: non gli chiedo di fare miracoli, ma solo di dare tutto quello che ha, giocando con semplicità e senza esagerare. Questo è ciò che mi aspetto da lui“.

Ha trasmesso un messaggio specifico alla squadra in questi giorni?

Siamo entrati nella fase cruciale della stagione, e ci siamo arrivati seguendo un percorso preciso. Dobbiamo continuare a migliorarci ogni giorno, anche attraverso le partite in cui non vinciamo. Ogni esperienza ci fa crescere. Il bello di questo lavoro è proprio potersi giocare queste grandi sfide, sentendone tutto il peso e il significato“.

Qual è la molla che può spingere la squadra a dare il massimo domani?

Dovremo sentire il calore dei tifosi che vanno al lavoro o dei bambini che vanno a scuola portando i colori della propria fede. Questo è il senso del derby. Dobbiamo percepire il sacrificio, la passione quotidiana della nostra gente: è lì che la squadra deve trovare forza e ispirazione“.

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