Preoccupanti le dichiarazioni di uno dei mostri sacri di questo sport: “Non si potrà competere contro di lui”
Allarme rosso nel tennis, che non è già più lo sport di qualche anno fa, È cambiato molto, moltissimo: l’aspetto fisico è diventato sempre più predominante. Ha offuscato non di poco quello tecnico, che rimane comunque fondamentale per arrivare a livelli altissimi, ma che da solo non è ormai più sufficiente.

Basta fare un confronto tra i tennisti di oggi e quelli di ieri, senza andare troppo indietro negli anni. Vale per il tennis, ma vale anche per altri sport. Il calcio, per esempio. Restando al tennis, e in pieno argomento, vanno registrate le dichiarazioni allarmistiche di uno che Rafa Nadal.
Il campione spagnolo, ritiratosi lo scorso ottobre in occasione delle Final Eight di Coppa Davis, ha mostrato grande preoccupazione in merito all’evoluzione dello sport che ha contraddistinto e che contraddistingue ancora la sua vita.
“Gli atleti sono sempre più alti e si muovono meglio – le parole di Nadal nel corso di una conferenza stampa alla ‘Escuela Universitaria UAX’ di Madrid a lui intitolata – Il servizio ha un impatto decisivo. Se non si limita questa potenza, arriverà qualcuno alto più di due metri e con buona mobilità e non si potrà competere contro di lui, non si riuscirà a fare un break”.
Nadal tira in ballo Djokovic: “Ecco perché il cambiamento non è stato ancora così brusco”
Secondo Nadal, una trasformazione drastica e ‘pericolosa’ per il tennis non c’è ancora stata. Per sostenere ciò, ha tirato in ballo il superstite del mitico Big Three, Novak Djokovic: “Ha giocato una finale pochi giorni fa, io invece ho continuato a competere fino a un anno e mezzo fa. Questo mi porta a pensare che il cambiamento non sia stato ancora così brusco, perché abbiamo continuato ad avere possibilità di successo”.

In conclusione Nadal ha parlato della sua immensa carriera, ricordando tra le innumerevoli cose la finale di Wimbledon vinta contro il suo rivale e amico Federer: “È stata una delle più difficili da gestire della mia carriera, per tutto quello che significava in quel momento. Era la terza a Wimbledon, dopo aver perso nel 2006 e 2007 sempre contro di lui. Battere Federer mi ha dato una spinta in più e fatto capire che potevo vincere grandi tornei anche fuori dalla terra battuta”.