Alle spalle di un derby d’andata che soddisfa probabilmente più l’Inter, in virtù della possibilità di giocarsi il ritorno con una situazione migliore dal punto di vista degli indisponibili, oltre che con il supporto del pubblico amico, è certamente il Milan ad occupare la gran parte della cronaca calcistica di queste ore.
Al centro della scena c’è certamente la scelta di capitale importanza legata al prossimo Direttore Sportivo dei rossoneri, cui sarà affidato il progetto di rinascita rossonera una volta mandata in archivio una stagione profondamente insoddisfacente.
Il profilo in questione, in assoluta pole position e designato per la ricostruzione, è quello di Fabio Paratici.
Le parole di Furlani nel pre partita di ieri, con l’AD rossonero che ha giocato sulla difensiva, negando di avere già percorso una scelta e di avere fatto sottoscrivere alcun contratto, sono di circostanza, certamente, ma solo fino ad un certo punto.
Come abbiamo avuto modo di raccontare nei giorni scorsi, sono diversi gli argomenti di discussione per i quali la sponda milanista e quella dell’ex Direttore Sportivo della Juventus si sono trovati a dover trattare, alcuni facilmente sormontabili ed altri decisamente di meno.
L’aspetto economico non rappresenterà uno scoglio, c’è apertura da parte di Paratici ad accontentarsi di una cifra più bassa rispetto alle proprie richieste iniziali, venendo incontro alle volontà manifestate dal club da sempre molto attento ad evitare sperperi.

Anche l’iniziale reticenza a dover modulare le proprie richieste di partenza rispetto alla costruzione dello staff tecnico, sembra potersi risolvere con un compromesso accettabile da ambo le parti. Si troverebbe il modo di far coesistere le figure di Giani (prescelto e stimato da Paratici) e di Moncada cui il club aveva già promesso la figura di responsabile dello scouting.
La questione dirimente riguarda piuttosto la vicenda processuale che fa riferimento a Paratici in relazione all’inchiesta Prisma.
Senza tediare chi legge con dettagliati passaggi in “legalese”, la sostanza corrisponde alla richiesta da parte della società di essere tutelata dal potenziale accordo in caso di evoluzioni contrarie all’ottimismo manifestato dallo stesso Paratici in sede dei vari colloqui intercorsi tra le parti. Un aspetto che non ha ancora trovato una versione in grado di essere ritenuta soddisfacente da tutti, e che di fatto tornerà a passare la palla alla parte legale che assiste l’una e l’altra parte in causa. Insomma, ci vorrà tempo, e c’è ancora del lavoro da svolgere e portare a termine.
Chi il suo lavoro lo ha svolto per il meglio è stata invece l’Udinese. I friulani si sono resi protagonisti di un’intuizione straordinaria anticipando i tempi e tutti i club (all’epoca colpevolmente pochi) interessati ad Oumar Solet. Ed ora sono pronti a godersene i ragguardevoli frutti dal punto di vista tanto sportivo quanto economico. Il gol realizzato contro l’Inter ha acceso i riflettori italiani e non solo nerazzurri sul suo profilo, ma la concorrenza si sta ampliando in maniera sostanziale, tanto da avere aggiunto alla lista delle società che hanno sondato il terreno con i friulani nientemeno che il Manchester City, il Chelsea ed il Liverpool. È direttamente conseguente che la base d’asta rischi di incrementarsi rispetto a quella ottimistica di 30 milioni individuata nei giorni scorsi. E’ più realistico pensare che una bottega cara ed una società illuminata come quella bianconera possa partire da decisamente più in alto.