L’ex portiere di Parma e Lazio, Fernando Orsi, che da preparatore dei portieri ha lavorato sia in biancoceleste che all’Inter ed al Livorno, è intervenuto in esclusiva a Sportitalia per parlare di alcune tematiche legate all’attualità della Serie A.
La Lazio sembra non saper più vincere ultimamente. Stiamo facendo troppi drammi o c’è qualcosa che non va?
“Mi sembra di sì, si fanno parecchi drammi. La Lazio se vai a vedere deve fare un quarto di finale di Europa League ed è a 4 punti al quarto posto. Insomma, io penso che la dimensione della Lazio sia questa. Forse sta pagando il girone d’andata”.
In che senso?
“Con i 35 punti raccolti nel girone d’andata ha fatto forse anche più di quello che si potesse pensare, illudendo la gente che potesse vincere lo Scudetto o arrivare seconda o terza. Alla lunga però o i limiti vengono fuori. Ha una rosa non vastissima ed in più in questo momento si sono fatti male i giocatori più importanti, da Nuno Tavares a a Castellanos. E’ ovvio che quando ti vengono a mancare questi giocatori che hanno fatto tanto all’andata qualcosa paghi. In generale l’anno della Lazio rimane più che positivo almeno fino a questo momento. Poi dopo se succede una tragedia, che va fuori dall’Europa League o perde tutte le partite, allora ne riparliamo”.

E’ questo il momento in cui bisogna avere grande fiducia in un tecnico come Baroni?
“Assolutamente sì. Questo è proprio il momento dove bisogna unirsi, compattarsi. Quando arrivò Baroni la piazza era sul piede della contestazione, erano partiti i vari Immobile, Felipe Anderson, Luis Alberto ed era già partito in precedenza Milinkovic-Savic. Adesso si ha una concezione negativa di una squadra che è sesta in classifica e ad un quarto di finale di Europa League. Dove sono quelli che prima dicevano che va tutto male?”.
A proposito di Lazio, sembra che Ciro Immobile possa apprezzare un ritorno in Italia e dalla Turchia lo accostano all’Inter. Lo vedrebbe bene in una big italiana oggi?
“Sì, perché se tu hai Immobile in squadra che ti fa anche solo il terzo attaccante sarebbe tanta roba. Secondo me all’Inter sarebbe un valore aggiunto perché non è esattamente l’ultimo arrivato. Ha fatto più di 200 gol con la Lazio negli ultimi anni. Forse a livello fisico non ha più la capacità di poter giocare ogni tre giorni, ma se gli fai fare una ventina di partite in un campionato o in Champions sarebbe uno che sicuramente potrebbe dare un apporto importante”.
L’Inter può arrivare in fondo alle tre competizioni?
“Vedo Simone Inzaghi, che conosco, nella sua testa secondo me c’è il progetto di arrivare in fondo dappertutto. Certo, poi ci sono di fronte tutte partite difficili, come si è visto ieri con il Milan e come sarà in Champions con il Bayern Monaco. Dovrà esserci una gestione della delle risorse importante, lì Inzaghi non deve sbagliare. Poi contro Parma e Cagliari in qualche modo l’Inter per me la può ‘sfangare’. Reputo l’Inter tra le prime cinque squadre in Europa, poi dipende sempre dai dettagli, quando magari incontri certe squadre come il Real Madrid”.
L’Inter farebbe bene a blindarlo al di là dei risultati, Inzaghi?
“E’ arrivato con parecchio scetticismo all’Inter. E’ un allenatore molto sottovalutato perché secondo me all’Inter è cresciuto. E ha fatto crescere anche la squadra intorno a lui, nel modo di giocare, valorizzando un sacco di giocatori. L’Inter anche quando perde gioca bene, in maniera riconoscibile. Quindi secondo me sarebbe una cosa giusta quella di continuare con lui: se oggi l’Inter è al top, lo deve anche a lui”.

La lotta per lo Scudetto la considera ancora aperta?
“Sì, soprattutto perché al di là del fatto che ci sono solo tre punti di distanza fra prima e seconda, l’Inter ha oggi tre obiettivi, mentre il Napoli solo uno. Con Conte poi il Napoli è una squadra che non molla mai. Il Napoli rimarrà lì attaccato aspettando che l’Inter possa mollare qualcosa. E’ indubbio che sia una bella lotta, aperta. Oggi forse la percentuale è di 65 a 35 per l’Inter, perché tre punti con 8 partite da giocare sono tanti”.
Riguardo alla Juventus: è d’accordo con il cambio in panchina e con la scelta di Tudor?
“Tudor mi sembra l’uomo giusto proprio perché mi sembra il tipo che arriva ed entra un po’ a gamba tesa in certe situazioni. Lui è uno molto bravo quando subentra. Alla Lazio ha fatto molto bene per esempio, portando la squadra in Europa League salvo poi dopo a fine anno fare le richieste che non sono andate bene alla società. Alla Juventus forse serviva una scossa non elettrica, ma di più ancora. E Tudor mi è sembrata in questo momento la persona più adatta. Purtroppo per Tiago Motta, nelle sue ultime partite la sua è sembrata una squadra un po’ slegata, quindi indubbiamente la società ha dovuto prendere certi provvedimenti”.
Il portiere più forte della Serie A?
“A me piace moltissimo Meret, tecnicamente è un portiere d’altri tempi, con un’aggiunta di modernità. Sottovalutato? Assolutamente, sottovalutato al massimo. La sfortuna è che davanti in Nazionale ha uno come Donnaruma. Però secondo me è molto bravo. Io sono uno della vecchia guardia, quindi secondo me è un portiere straordinario. Ha saputo adattarsi alle novità nel suo ruolo, con una testa da portiere ‘antico’. Ce ne sono altri che sono sullo stesso livello: Svilar sta facendo benissimo alla Roma, così come Carnesecchi all’Atalanta, Provedel alla Lazio. Maignan quest’anno un po’ meno, ma rimane di grande livello”.
Suzuki le piace? Sta avendo alcuni picchi e qualche basso.
“Deve regolarizzarsi, trovare continuità. Poi sai, giocare al Parma è ovvio che è difficile, perché sei maggiormente sotto pressione ed alle volte puoi sbagliare. Vediamo che tipo di crescita farà, non so ancora se lo vedrei in club più in alto”.