Dopo lo scioglimento della “gang” pokeristica – alla quale dedicheremo uno spazio a parte – tutti loro hanno continuato a giocare, ottenendo ottimi risultati nei tornei. Tuttavia il più costante, il più vincente, il più “grinder” di tutti è senza dubbio Barny Boatman, nonostante sia anche il più anziano del gruppo.
Londinese, classe 1956, Barny Boatman vanta finora 249 piazzamenti a premio nei tornei dal vivo. A dirlo è il più famoso e utilizzato database di poker che, non a caso, si chiama thehendonmob.com.
Il suo primo in the money risale al 1998, quando Nova Gorica si aggiudicò un torneo di 7 Card Stud. Due anni più tardi, Barny Boatman sfiorò il colpo grosso, chiudendo al 16° posto nel Main Event delle World Series Of Poker, vinto poi da Chris Ferguson. Lì probabilmente è iniziata la sua love story con il più importante tour mondiale di poker: ad oggi, Boatman conta 81 ITM tra WSOP e WSOPE, che comprendono due braccialetti e altri sette final table.
Il primo titolo WSOP è arrivato a Las Vegas nel 2013, con l’evento $1.500 No Limit Hold’em. Il secondo è datato 2015, quando si è imposto a Berlino nel torneo €550 Pot Limit Omaha delle WSOP Europe. Sempre quell’anno, il professionista inglese si è fermato al terzo posto nel $1.500 NLH Extended Play delle WSOP.
Nel suo percorso spiccano anche final table all’Aussie Millions (2009) e all’European Poker Tour (4° a Sanremo nel 2011). Ma il risultato più importante della sua carriera è recente: nel 2024, Barny Boatman si è aggiudicato l’EPT Main Event di Parigi per €1.287.800, la sua vincita più alta in assoluto.
Oltre che giocatore, Boatman è tuttora una voce rispettata nel panorama pokeristico internazionale. Ed è anche un ottimo comunicatore, apprezzato per la sua ironia, lucidità e capacità di raccontare il gioco “da dentro”. Ce ne ha dato un assaggio nell’intervista che segue, realizzata a Campione d’Italia durante il PS Open 2025, e per la quale lo ringraziamo.
E’ un piacere e un onore averti su PokerStarsnews.it, Barny. Partiamo dai tuoi esordi: com’era il poker nella metà degli anni ’90? Che atmosfera si respirava nelle poker room e nei tornei?
Negli anni ’90 il poker live era una specie di club per soli uomini. Le donne erano pochissime, ma tutte molto forti. Conoscevi praticamente tutti i regular, anche nel circuito europeo che si stava formando in quel periodo: finivi per incontrare sempre le stesse facce ovunque andassi. I field erano piccoli. Ogni festival proponeva solitamente eventi di Stud, Hold’em e Omaha. Lo Stud si giocava Limit nella maggior parte dell’Europa, ma a Pot Limit nelle isole britanniche. Hold’em e Omaha erano quasi sempre Pot Limit. I montepremi erano molto più modesti rispetto a quelli di oggi, complice anche il basso numero di partecipanti e i buy-in ridotti.