La squalifica di Jannik Sinner da parte della WADA per positività al Clostebol ha rappresentato uno degli scossoni più imprevisti e dolorosi della recente storia del tennis.
Una notizia che ha colto di sorpresa non solo il pubblico, ma anche una buona parte del circuito, ancora scosso dall’idea che il numero uno al mondo potesse essere coinvolto in un caso simile. La scelta del patteggiamento, con una sospensione concordata di tre mesi, ha evitato conseguenze più gravi ma ha comunque generato un’onda lunga di polemiche e sospetti. Sinner è attualmente fuori dai giochi fino al 4 maggio, data in cui scadrà il periodo di stop concordato. Fino ad allora non può nemmeno allenarsi nei circuiti ufficiali ATP o ITF. Solo dal 13 aprile potrà riprendere le attività sportive in strutture affiliate, in vista di un rientro previsto agli Internazionali d’Italia.

Nel frattempo, nonostante la lontananza dai campi, l’altoatesino mantiene saldamente la prima posizione nel ranking ATP, complice anche l’eliminazione anticipata di rivali come Alcaraz e Zverev al Miami Open. Sinner, ragazzo riservato e umile, ha mantenuto il silenzio in questo periodo complicato, preferendo lasciar parlare i fatti. Ma intorno a lui, il clima è diventato teso. Tra tweet ambigui, allusioni di colleghi e il coinvolgimento del suo caso nella causa intentata dalla PTPA, il suo nome continua a essere al centro del dibattito. E mentre il campo aspetta solo il suo ritorno, c’è qualcuno che è andato incontro al suo stesso destino…più o meno.
Shevchenko-Sinner, destino simile: 3 anni di squalifica
La squalifica di Kirill Shevchenko, uno dei talenti emergenti più brillanti del mondo degli scacchi, ha riportato alla ribalta il tema delle sanzioni nello sport, in parallelo con il caso Jannik Sinner nel tennis. Sebbene si tratti di contesti molto diversi, entrambi i casi hanno generato dibattiti accesissimi nelle rispettive comunità. Shevchenko, grande maestro di origini ucraine naturalizzato rumeno, attualmente numero 75 del ranking mondiale, è stato sospeso per tre anni (ridotti a due) dalla FIDE, dopo che durante un torneo a squadre a Melilla, in Spagna, era stato scoperto un cellulare nascosto nel bagno.

L’indizio lasciava intendere un possibile utilizzo di software scacchistici, anche se non ci sono prove certe che il giocatore abbia effettivamente barato. Il caso ricorda quello di Sinner, squalificato per tre mesi dopo un patteggiamento con la WADA per una positività al Clostebol. In entrambi i casi, le federazioni hanno preferito non infliggere le sanzioni più gravi – a Sinner non sono stati tolti i titoli, a Shevchenko non è stato revocato il titolo di Grande Maestro – considerando circostanze attenuanti e scatenando non poche polemiche.