In un momento delicato come quello che sta vivendo Jannik Sinner, è doveroso ricordare una verità spesso trascurata nel mondo dello sport di altissimo livello: la pressione è un privilegio.
Lo è soprattutto quando sei numero uno al mondo, quando tutti ti guardano, ti giudicano e si aspettano qualcosa da te ogni singolo giorno. E Jannik, nonostante la giovane età, ha dimostrato di saperci convivere con una maturità sorprendente. La recente squalifica concordata con la WADA, in seguito alla positività al Clostebol, ha rappresentato uno scossone importante. Un’inattesa interruzione di una stagione che si era aperta nel modo più esaltante possibile, con il trionfo agli Australian Open, a Melbourne, il secondo consecutivo.

Ma proprio lì, in Australia, Sinner ha dato una dimostrazione definitiva della sua forza mentale. Perché già allora l’ombra del caso doping aleggiava sul suo futuro, ma lui ha saputo tenerla fuori dal campo, lasciando che a parlare fossero solo il suo tennis e la sua freddezza nei momenti cruciali. Essere campioni non è solo una questione di colpi vincenti, è soprattutto una questione di testa. Di come si reagisce alle avversità, di come si regge il peso delle aspettative. E Jannik, ragazzo schivo ma determinato, ha fatto vedere di che pasta è fatto. Il rientro agli Internazionali d’Italia sarà una nuova prova, certo, ma nessuno dubita che la pressione, per lui, sia davvero un privilegio. E che il campo tornerà a parlare presto, come sempre, nel modo più limpido possibile
Sabalenka come Sinner, DNA da campioni
Ne sa qualcosa anche Aryna Sabalenka, altra numero uno al mondo che di pressioni ne ha affrontate parecchie. Proprio come Jannik Sinner, la tennista bielorussa ha imparato a trasformare la tensione in forza, adottando una filosofia condivisa da molti campioni: “La pressione è un privilegio”. Durante la conferenza stampa al Miami Open, torneo in cui punta a consolidare il suo primato nel ranking WTA, Sabalenka ha ribadito questo concetto. Dovrei essere, e sono, super felice di vedermi in questa posizione, perché ho lavorato duramente per arrivare dove sono ora – ha dichiarato Sabalenka. Mi concentro su me stessa e sui miglioramenti che devo fare, non sulle alte aspettative che possono generare tensione. Agli US Open c’è un cartello che dice: “La pressione è un privilegio”. Questa è anche la mia filosofia.

Un pensiero che risuona perfettamente con il percorso recente di Sinner, che ha vinto gli Australian Open proprio mentre sul suo presente gravava il caso WADA. Essere al vertice non significa solo talento: è anche una questione di testa, equilibrio e capacità di reggere il peso delle aspettative. Sabalenka, come Sinner, dimostra che la pressione, se ben gestita, può diventare una potente alleata nel raggiungere i massimi traguardi sportivi.