Romelu Lukaku, attaccante Napoli (fonte immagine: SSC Napoli)
Romelu Lukaku, attaccante del Napoli, ha parlato in esclusiva ai microfoni di Radio CRC. Questo un estratto della sua intervista.
«A Napoli capisci subito di rappresentare un popolo. Il Milan è una squadra forte e talentuosa, ma prepareremo al meglio la gara. Il mio arrivo al Napoli? Conte mi aveva chiamato tanto tempo prima. Da me il mister si aspetta sempre di più. Mi sento un belga napoletano? Ogni giorno un po’ di più»
«A Napoli dopo poco tempo capisci davvero di rappresentare un popolo. Ricordo ancora il mio arrivo in albergo, e subito ho percepito quanto il Napoli fosse una parte fondamentale per la gente. Dries Mertens mi aveva raccontato della sua esperienza: ero preparato, ma viverla è stato qualcosa di straordinario. Senti davvero l’affetto e la passione della gente. Per noi giocatori questa energia è una spinta incredibile per dare il massimo in campo. Anche in trasferta, i tifosi ci seguono ovunque: è un’emozione unica.
Credo nello scudetto? Non avevo notato la telecamera dopo la partita con il Belgio, ma quando giochi a calcio lo fai per un motivo preciso. Noi dobbiamo affrontare ogni partita con la mentalità di migliorarci sempre, cercando di fare del nostro meglio nelle ultime gare. Poi vedremo come andrà. Ogni partita per noi è come una finale, e ci prepariamo al meglio fin dagli allenamenti.
Il gol numero 400 in carriera contro il Milan? È incredibile aver segnato così tanto, ma per me conta soprattutto ciò che fa la squadra. Affrontiamo una squadra forte e talentuosa, ma ci prepareremo al meglio per ottenere il miglior risultato possibile. Sono ottimista, il mister sta facendo un ottimo lavoro per farci arrivare pronti.
Il gol contro il Milan, uno dei più belli della stagione? Forse sì, è un gol che ho realizzato grazie alla mia corsa in profondità, è stato fantastico, ma anche la prestazione complessiva della squadra è stata ottima.
Come è stato il mio arrivo al Napoli? Conte mi aveva chiamato tanto tempo prima e dopo un minuto gli ho dato la mia risposta affermativa. Sapevo di cosa avevo bisogno e anche lui lo sapeva. Non c’era bisogno di parlare troppo.
Rapporto speciale con Conte? Non mi sento privilegiato, anzi: si aspetta sempre di più da me. Ma mi piace questa responsabilità, mi ha aiutato a crescere e mi ha dato una grande spinta nella carriera. Per questo gli sarò sempre grato.
Lotta scudetto con Atalanta e Inter? L’Inter è la favorita e lo dicono tutti. Hanno una rosa ampia e molti giocatori di qualità, siamo obiettivi. L’Atalanta sta facendo davvero bene e ha tutte le carte in regola per lottare per il titolo, hanno vinto l’Europa League l’anno scorso, il che potrebbe segnare l’inizio di un ciclo importante. Noi possiamo parlare di rivincita, ma la scorsa stagione è ormai un capitolo chiuso, nessuno avrebbe pensato che ci saremmo trovati in questa posizione. Ora dobbiamo lavorare ancora di più per vedere dove arriviamo. Per realizzare i sogni bisogna impegnarsi ogni giorno e essere pronti a ogni situazione.
Quando inizi un ciclo per vincere, chiedi sempre di più a te stesso, perché gli altri intorno a te migliorano. I tifosi vogliono rivivere quelle sensazioni, vincere è fantastico, ma rivincere lo è ancora di più. Il mister, da calciatore, si godeva ogni vittoria sempre più, e anche noi vogliamo provarlo, insieme alla città. Non ci sentiamo sazi.
Mi sento un belga napoletano? Ogni giorno un po’ di più. Ieri parlavo con Mertens, che diceva di voler tornare a vivere qui dopo il ritiro. Grazie a lui ho conosciuto persone fantastiche, rapporti che resteranno per sempre.
Un futuro da allenatore? Credo di sì, una parte di me è convinta. Ma c’è anche una parte che dice no. Alla fine della stagione, farò un corso per allenatori UEFA A e UEFA B, e poi vedrò cosa sentirò riguardo al mio futuro.
L’emozione al primo gol al Maradona? Quando sono entrato per il riscaldamento, non avevo mai provato un calore così dai tifosi. Dopo la partita ho chiesto a Mertens se fosse sempre così e lui mi ha confermato. L’urlo dei tifosi mi ha fatto capire che avremmo vinto. Quando i tifosi ti sostengono e gli avversari sono disturbati, è fatta: è una questione mentale, ti dà una carica che ti spinge ulteriormente.
La Napoli di Lukaku? Mertens mi ha parlato di Posillipo. Mi piace camminare sul lungomare: mi dà una grande serenità. Non sono ancora andato sulle isole, ma con gli allenamenti è difficile trovare il tempo. Comunque, io vivo molto il calcio e staccare per un po’ mi fa bene».
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