francesco letizia
In attesa di novità sul direttore sportivo, su cui il discorso si proietta a dopo Pasqua, dopo il derby di ritorno, e sull’allenatore, ancora successivo seppur correlato, in casa Milan si può aprire un mercato inaspettato, al punto da poter portare due nuovi acquisti forti già dal 1 luglio, pronti per il ritiro di Milanello di qualche giorno dopo. No, nessun abuso di potere o ultimo colpo di coda del gruppo di lavoro: per il mercato, quello “vero”, si aspetta il ds. Semplicemente due giocatori tuttora di proprietà del Milan, sembrano più vicini a un ritorno in rossonero di quanto non lo fossero un paio di mesi fa, al punto da poter rappresentare ipoteticamente due veri e propri rinforzi per la stagione 2025/26.
Il primo è Pierre Kalulu: la sua situazione a gennaio sembrava pressoché scontata, col riscatto bianconero certificato dal sorriso del francese in conferenza stampa allo Stadium proprio dopo la debacle rossonera. Poi l’infortunio, l’esonero di Motta e la posizione non solidissima di Giuntoli: la Juve resta col coltello dalla parte del manico, visto che vanta un diritto di riscatto ad altri 14 milioni e bonus, un’operazione da 20 milioni totali. Tuttavia nella rivoluzione di marzo, non è da escludere che possa rientrare anche il difensore: il prezzo è conveniente, ma nemmeno così basso. Il Milan ovviamente non è disposto ad ascoltare nessun tipo di discorso su sconti o dilazioni: pagare moneta, vedere Kalulu. Altrimenti si torna indietro, pronti a giocarsi le proprie carte col nuovo allenatore o mal che vada comunque a essere rimesso sul mercato inglese, dove 20 milioni sono una valutazione anche abbastanza economica per una squadra di media classifica, ma con grande potere d’acquisto. Dettaglio da non trascurare: Kalulu è arrivato per spiccioli ormai 4 anni fa e il suo costo a bilancio è pari a zero, quindi in caso di cessione sarebbe una plusvalenza pura ed enorme.
Lo stesso ragionamento applicabile ad Alexis Saelemaekers, che lo scorso anno era già stato cercato in Premier e che può solo aver aumentato l’elenco di corteggiatori vista la buona stagione a Roma. La fretta di chiudere l’affare e la discrepanza di valutazioni sul cartellino suo e di Abraham non ha permesso alla Roma di inserire un diritto di riscatto che ora sarebbe stato oro. Il prezzo sul belga lo fa il Milan e cresce settimana dopo settimana, a sfiorare i 30 milioni bonus inclusi, “accontentandosi”, si fa per dire, anche di prenderne una manciata in meno. Provvidenziale in tal senso il rinnovo contestuale alla cessione: avendo prolungato per un altro anno, fino al 2027, il Milan può gestire come vuole la situazione, compreso lo scenario più caro a tanti tifosi rossoneri, quello di vedere un Saelemaekers bis a Milanello. In fondo non è un segreto che Alexis fosse stimato da due terzi del gruppo di lavoro e decisamente meno (eufemismo) dal terzo che ormai ha perso potere: un motivo in più per dimostrare qualcosa.
La Roma ha chance di tenerlo? Solo al prezzo fatto dai rossoneri. Perché se è vero che l’attitudine e il rendimento di Tammy Abraham sono piaciuti molto, è altrettanto vero che l’ingaggio dell’inglese rende un’eventuale trattativa di scambio ancor meno probabile che la scorsa estate. All’epoca era la Roma a non essere convinta di guadagnarci: oggi il Milan sa che un giocatore duttile ed “economico” come Alexis è un jolly, mentre uno ingombrante è costoso come Tammy per la Roma è un peso, ragion per cui qualsiasi discorso alla pari è azzerato. Se la Roma vorrà parlarne, dovrà farlo per forza con altri presupposti e altre cifre, a differenza di quanto invece potrà fare la Fiorentina per Adli: il discorso di uno scambio alla pari con Sottil, italiano e giovane, non è così campato in aria e anzi potrebbe piacere abbastanza a Casa Milan… nuovi inquilini futuri – specie di Milanello – permettendo.
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