Nella giornata “mondiale” degli allenatori all’appello ne manca uno. Luciano Spalletti. Mi spiego. Tra l’arrivo di Tudor alla Juventus, la panchina d’oro a Coverciano e il premio Bearzot a Roma, è passato quasi in secondo piano l’ennesimo flop azzurro. Ero convinta che Spalletti fosse davvero l’uomo giusto per risollevare la Nazionale, ma a volte i luoghi comuni ci dicono una grande verità. Spalletti non ha fatto lo switch da allenatore a selezionatore. Può ancora riuscirci, ma gli indizi finora ci dicono altro per le scelte fatte, per quelle che non ha fatto e per quelle che non vuole fare. La risposta su Acerbi è assolutamente Spallettiana nei modi e nei termini, ma lascia delle grosse perplessità per come siamo messi in difesa. Spalletti ha bisogno di vivere il calcio h24, di vivere la squadra e lo spogliatoio quotidianamente, per plasmare il gruppo a sua immagine e somiglianza.
Come ha fatto a Napoli. In nazionale è limitato e lui sembra autolimitarsi. E’ come se non avesse l’attitudine per quello che sembra proprio un altro “mestiere”. Quell’attitudine che invece ha uno come Claudio Ranieri ad esempio. E allora propongo un’inversione di ruoli. Spalletti si riconceda ai club, mentre Ranieri decida di concludere la sua straordinaria carriera in nazionale. La mia è ovviamente una provocazione. Perchè è come se in questo momento avessimo bisogno di una figura più alla Ranieri che alla Spalletti. Perché serve normalizzare. Perché serve far sentire a casa giocatori che in nazionale sembrano irriconoscibili, vedi Buongiorno. Perché serve chiamare giocatori che possono darti una mano al di là di moduli e carta d’identità (Orsolini e Acerbi). Perché l’Europeo lo abbiamo vinto con Chiellini e Bonucci in difesa che non erano più giovanissimi. Alla guida di un club Spalletti farebbe la differenza, quella che non sta facendo in azzurro. Il momento degli allenatori dicevamo.
A Roma Gasperini si è praticamente “dichiarato” alla Roma. Messaggio chiaro che per me lo avvicina e non poco alla panchina giallorossa. La piazza mormora per gli attriti del passato tra Gasp e l’ambiente romano. La piazza sogna ad esempio Conte dopo aver visto la fitta chiacchierata tra Ranieri e l’allenatore del Napoli a Coverciano. Già Conte, il più desiderato da tutti, non solo dalla Juventus, dovesse succedere l’imponderabile con De Laurentiis. Chiusura su Thiago Motta. È stato uno “scandalo” che a Coverciano non sia finito sul podio per il miracolo Bologna della passata stagione.
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