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Zanardi, l’omaggio fa piangere: gesto d’amore

Alex Zanardi è stato un personaggio amatissimo nel mondo del motorsport: il bellissimo ricordo fa emozionare gli appassionati.

Alex Zanardi in gara con la maglia dell'Italia
Zanardi, il ricordo è davvero toccante: le parole commuovono (Instagram Alex Zanardi) – Sportitalia.it

Alex Zanardi è un’icona dello sport italiano, un simbolo di resilienza e determinazione che ha saputo trasformare le avversità che la vita gli ha presentato in nuove opportunità. La passione per i motori lo ha guidato fino a raggiungere la Formula 1, dove ha corso tra il 1991 e il 1999 con team come Jordan, Minardi, Lotus e Williams. Il suo talento si è però espresso al meglio nelle competizioni americane di CART, dove ha vinto due titoli consecutivi nel 1997 e nel 1998. La sua carriera, però, ha subito una drammatica svolta nel 2001, quando un terribile incidente sul circuito del Lausitzring lo ha costretto all’amputazione di entrambe le gambe.

Tuttavia, per Zanardi non è stata la fine, ma anzi un nuovo inizio. Dopo un lungo percorso di riabilitazione, ha scoperto la handbike e, con la stessa passione e determinazione che aveva nei motori, è riuscito a raggiungere risultati incredibili: quattro ori e due argenti ai Giochi Paralimpici di Londra 2012 e Rio 2016, oltre a numerosi titoli mondiali. Il suo esempio è andato ben oltre lo sport, diventando un’ispirazione per chiunque affronti difficoltà nella vita.

Zanardi, il ricordo è commovente

La storia di Alex Zanardi si è incrociata in Formula 1 anche con quella di un altro enorme, immenso campione che ci ha lasciato decisamente troppo presto. Ayrton Senna è stata un’autentica icona per tutto il mondo del motorsport, scomparso nel 1994 dopo un tragico incidente nel gran premio di Imola. A ricordarlo in una meravigliosa intervista rilasciata qualche anno fa a ‘Bola da Vez’, per ESPN Brasil, fu proprio Alex Zanardi svelando un racconto inedito.

Il ricordo è stupendo: tifosi in lacrime (Screenshot canale YouTube Sportmediaset) – sportitalia.it

“Era un uomo dal cuore d’oro, ma anche un figlio di buona donna, un amabilissimo figlio di buona donna. Quando nel 1991 debuttai in Formula 1, il giorno del mio primo Gran Premio ero in sala briefing e me la facevo sotto dalla paura. Stavo da solo in un angolo e mi sentivo perso, in mezzo a tutti quei piloti che fino a poco tempo prima guardavo alla televisione. Per ultimo arrivò lui: mi diede un occhiata e in un attimo capì qual era il mio stato d’animo.

Si sedette vicino a me, che ero l’ultimo arrivato e si presentò. ‘Ciao io sono Ayrton’, e prese a parlarmi: ‘ Stai sereno. La tua Jordan è un ottima macchina e se ti hanno preso vuol dire che sei bravo. Andrà tutto bene, vedrai’. Il suo atteggiamento mi tranquillizzò e lo apprezzai molto. Con gli anni avemmo anche qualche contrasto: ricordo che una volta si lamentò con me in sala stampa e io risposi ai giornalisti che se aveva qualcosa da dirmi poteva farlo di persona. Quando ci incontrammo di nuovo mi fece: ‘Avevi ragione: dovevo dirtelo in faccia. Quindi te lo dico adesso: sei stato un coglione.’” Bola da Vez su ESPN Brasil.

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