Il silenzio terminerà tra meno di due mesi. Il numero uno al mondo rientrerà in campo agli Internazionali d’Italia, il 7 maggio, davanti al suo pubblico e su una terra battuta che ha sempre avuto conti in sospeso con lui.
La squalifica concordata con la WADA per il caso clostebol – contaminazione involontaria tramite una crema utilizzata dal fisioterapista – scadrà il 4 maggio, aprendo ufficialmente una nuova fase della stagione per l’altoatesino. Nel frattempo, chi poteva approfittarne per colmare il divario nel ranking non l’ha fatto. Carlos Alcaraz, teorico rivale di Sinner, ha vinto solo a Rotterdam e si è fermato troppo presto nei tornei che contano davvero. Zverev? Mai davvero in partita. La vetta è ancora saldamente nelle mani dell’italiano, nonostante l’assenza.

Nel mezzo però, le critiche non sono mancate. Nick Kyrgios, ormai suo detrattore abituale, ha definito la squalifica un “colpo basso al tennis”, ma la vera stoccata è arrivata da Novak Djokovic, che ha invocato maggiore chiarezza e trasparenza nei casi di doping, facendo intendere che la questione Sinner non gli è andata giù. Jannik, come sempre, ha scelto il silenzio. Ma a Roma parlerà con la racchetta e i suoi rivali lo sanno bene. Dietro l’angolo c’è il Roland Garros e dopo, Wimbledon. Sinner è pronto a riprendersi tutto…e forse anche di più.
Djokovic torna all’attacco: “Sinner non è innocente”
Il caso Sinner torna di nuovo sotto i riflettori e di certo non per i meriti sportivi del ragazzo di San Candido. Dopo le polemiche di Djokovic e gli attacchi social di Nick Kyrgios, arriva l’ennesimo affondo della PTPA, l’associazione dei tennisti fondata proprio dal serbo. Il bersaglio è sempre lo stesso: il sistema antidoping e il trattamento riservato a Jannik Sinner, fermato per tre mesi dopo aver concordato una squalifica con la WADA per il caso clostebol. Il direttore esecutivo della PTPA Ahmad Nassar non le ha mandate a dire: “Siamo stati coerenti e chiari sul caso di Jannik. Lui è stato trattato ingiustamente da un programma antidoping fuori controllo, illegale e non idoneo allo scopo”.

Per Nassar, come riportato da AdnKronos il sistema non ha funzionato e non è accettabile che, nonostante l’innocenza accertata da ITIA e WADA, Sinner sia stato costretto a fermarsi. Nassar non le ha mandate a dire: “Se qualcuno non avesse alcuna colpa, come hanno stabilito prima l’ITIA e poi la WADA, come è possibile che il caso abbia comunque impiegato quasi un anno per essere risolto e che abbia comunque portato a una sospensione di tre mesi che è ancora in corso mentre parliamo? Il sistema non funziona e deve cambiare”.