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ESCLUSIVA SI Gregucci: “Esonero Thiago? Inutile parlare di progetto. E se discutono Baroni e Palladino…”

L’allenatore Angelo Gregucci è intervenuto in esclusiva a Sportitalia per parlare di alcune tematiche legate alla Serie A ed alla Nazionale Italiana che oggi torna in campo per affrontare la Germania in Nations League. L’ultima esperienza in panchina per Gregucci è stata quella con l’Arabia Saudita al fianco di Roberto Mancini, con il quale ha lavorato anche all’Inter, con l’Italia ed allo Zenit.

L’Italia è sulla strada giusta per tornare a dire la sua ad un Mondiale?
“Sì, lavoriamo su un progetto che fa discutere in Italia: i nostri giovani. Negli ultimi 10 anni non c’è stata una grande considerazione di loro, che ora si stanno facendo valere. Abbiamo giovani anche bravi e Spalletti così come Mancini prima di lui con il lavoro lo stanno dimostrando. Penso che partendo da questo si possa tornare ad avere una Nazionale competitiva”.

L’Inter a Bergamo ha dato uno strappo decisivo per lo Scudetto?
“Ha messo un’ipoteca. E soprattutto il destino nelle proprie mani. L’Inter non seguirà molto i risultati delle altre, perché ormai ha messo il muso davanti alle altre. Ma bisogna fare attenzione ad un aspetto”.

Quale?
“L’esperienza di questo campionato ci insegna molte cose. A più riprese battendo l’Inter, in molti hanno parlato della Juventus come candidata seria per lo Scudetto. Bene, sono passate due settimane e tutto il progetto è tornato in discussione. E’ vero che ha preso 4 gol in una partita e 3 nell’altra, ma in due settimane è cambiato tutto. Penso anche alla Fiorentina, dove ci sono voci addirittura state voci che discutevano l’allenatore ed ora sono in piena corsa per un posto in Champions. E’ un campionato senza un dominatore nei vari obiettivi. Ma l’Inter è la certezza, la squadra migliore del campionato. Tanto che ora guarderà con interesse alla Champions”.

Ce la può fare l’Inter, in Champions?
“L’esperienza ed il valore oggettivo dei giocatori ti fanno dire che ce la può fare ad arrivare in fondo. A Istanbul a livello di pronostico non c’era gara, ma il campo ha detto che se Lukaku avesse buttato dentro la palla dell’1-1 in una situazione facile per uno come lui, allora l’Inter avrebbe potuto vincere. E la maggior parte dei giocatori di quella serata ci sono ancora e conosce il percorso per arrivare lì. Poi diversi giocatori sono all’ultimo tentativo in quella manifestazione. Penso a Mkhitaryan e Acerbi, che hanno grandissima esperienza e sanno che è una delle ultimissime occasioni per vincere”.

Per la Juve è possibile andare avanti con Thiago Motta?
“Non lo so. Ma ieri ho scoperto che la quasi totalità dei primi 7-8 allenatori sono in discussione. Non mi ricordo una situazione simile, è un aspetto curioso. E’ dato dall’altalena che riguarda un po’ tutte le squadre. Lazio e Fiorentina a tratti hanno vissuto periodi al di là delle proprie possibilità per poi calare. Al Bologna erano tutte vedove di Thiago Motta ed ora si esalta, giustamente, Italiano”.

Angelo Gregucci (Credit Photo: Tuttocalciocampano.it)

Alla Juventus serve un allenatore con lo status di un grande allenatore? Come potrebbe essere Mancini, che lei conosce bene?
“Ma ho sentito anche un altro nome, quello di Allegri. Qualche anno fa si parlava di nuove proposte, calcio moderno e giovani. Ora di un evergreen, è una cosa contradditoria diciamo, se uno decide di andare verso una direzione. Ma al netto della ‘parolaccia’ programmazione, noto che se non vinci ti cacciano. Quando si parla di Mancini e Allegri comunque il palmares lì è pieno zeppo”.

Sulla Fiorentina: cosa vedi di buono nel lavoro di Palladino?
“La Fiorentina è l’idea di una programmazione con un ragazzo intelligente che io conosco non bene, ma benissimo, che è Raffaele Palladino. Che già da giovanissimo era un ragazzo molto perspicace e intelligente. Mi fiderei di lui, anche se è alla seconda esperienza in A, la prima in un club di grandi pressioni. Firenze è una piazza molto esigente e penso che se la stia cavando molto egregiamente, al netto del saliscendi con il filotto di vittorie ed il conseguente periodo senza successi. Raffaele ha delle idee, è intelligente, è destinato a fare una carriera importante”.

Ha fatto esplodere Kean, fra le altre cose?
“Moise decide di esplodere quando vuole. Al netto del feeling che ci può essere con un allenatore o ambiente, è un ragazzo che pur avendo 25 anni ha giocato nella Juventus, nel Paris Saint-Germain ed in Premier League. Non penso si siano tutti ubriacati. La verità è che lui ha sempre avuto talento. Ha trovato le condizioni per scatenare la velocità, il senso del gol, il talento. Si è deciso finalmente a marcare prepotentemente la sua carriera”.

Che ne pensa della stagione della Lazio?
“La stagione è in linea con gli obiettivi importanti. Era partita con grande scetticismo, invece poi è decollata con grande entusiasmo, per merito di Baroni, della squadra, della società che rimane competitiva al netto di chi spende 100-150 milioni. La Lazio sta facendo cose importanti. E’ vero che è in leggera difficoltà, ma dovrà trovare gli elementi necessari per il rush finale. Perché in poche settimane si giocherà l’accesso alla semifinale di Europa League ed il quarto posto. Se passasse il turno, sarebbe una stagione importante, poi se arrivi nono ed esci ai quarti una piazza come Roma non ti perdona. Ma i biancocelesti non fanno sempre i quarti in Europa e dunque già sta facendo cose straordinarie. Non dimentichiamo che è arrivata prima nella fase a gironi”.

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