Motta e l’Empatia: questi sconosciuti. La differenza con Inzaghi, Conte e Baroni

La parola del giorno è Empatia. Ovvero la capacità di mettersi nei panni dell’altro percependo in questo modo emozioni e pensieri. Deriva dal greco en-pathos “sentire dentro”. Ecco, dal confronto post flop di Firenze, la dirigenza della Juventus avrebbe chiesto a Thiago Motta di essere più empatico con i giocatori. Come se fosse facile essere empatico, come se l’empatia si potesse comprare. Ma come fai a provare empatia se non ce l’hai mai avuta o se quella stessa empatia l’hai persa quasi subito? Se il Milan al suo interno ha due anime, da una parte Ibra, dall’altra Furlani, anche la Juventus è spaccata in due e la frattura è ancora più grave rispetto a quella rossonera.

Thiago Motta dopo Atalanta-Juve
Juve, Thiago Motta a rischio esonero (Screen YouTube Dazn) – Sportitalia.it


Ormai è chiaro, da una parte c’è Motta, dall’altra c’è la squadra. Ognuno per conto suo. Quindi, nonostante la fiducia ricevuta da parte della società, come fa l’allenatore bianconero a ritrovare la fiducia dei suoi giocatori? Troppe domande, poche risposte a 9 giornate dalla fine di un campionato che potrebbe avere contorni da incubo per la Juve. Thiago Motta viene protetto da Giuntoli anche perchè metterlo in discussione significherebbe mettersi in discussione. E mandare all’aria il progetto della ricostruzione per cui ha ricevuto totale libertà di manovra. Il fallimento bianconero parte proprio da qui. Parte da scelte sbagliate e da una gestione sbagliata. Il Giuntolismo si è sciolto come neve al sole esattamente come l’approdo del predestinato Thiago Motta in un grande club. Figurine diventate figuranti, la sintesi del costoso e ambizioso mercato della Juventus. Giuntoli ha comprato, Motta ha avallato, ma non è riuscito a dare nè identità nè gioco alla squadra. Ha cambiato per poi ricambiare, ha puntato e, continua a puntare ciecamente, su giocatori che gli hanno dato poco o niente (vedi Koopmeiners e Nico Gonzalez), ha creato confusione e in quella confusione la squadra si è seduta creandosi degli alibi. Sette gol subiti e zero gol fatti tra Atalanta e Fiorentina. Come fa una squadra come la Juve a non aver mai tirato in porta al Franchi? Come fa uno come Vlahovic a rimanere in panchina per 90 minuti? Il serbo è un caso dal giorno zero, ma con il contratto in scadenza rischia di diventare un boomerang mai visto.

Inzaghi fa il gesto del Triplete, obiettivo della sua Inter
Inzaghi fa il gesto del Triplete, obiettivo della sua Inter

 

Parlavamo di empatia. Il migliore di tutti da questo punto di vista è Simone Inzaghi. E la vittoria di Bergamo è l’ennesimo sigillo al lavoro perfetto del “demone”. Il più sottovalutato di tutti, il più bravo di tutti insieme a Conte con il quale infatti si giocherà lo scudetto punto a punto. Empatia dicevamo. Marco Baroni ha capito cosa vuol dire allenare la Lazio. E’ approdato tardi in una grande squadra, ma ha capito tutto. Andare sotto la curva dei tifosi biancocelesti a Bologna dopo aver preso 5 gol e prendersi tutta la responsabilità proteggendo così i suoi giocatori è un grande gesto ed è soprattutto la dimostrazione che la Lazio è Gruppo.

 

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