Dopo un 2024 di alti e bassi, fatto di infortuni continui e ritiri forzati, Matteo Berrettini ha iniziato il 2025 con l’obiettivo di rimettere insieme i pezzi e tornare stabilmente nell’élite del tennis mondiale.
I segnali, finora, sono più che incoraggianti. Il romano ha aperto la stagione col botto, superando nientemeno che Novak Djokovic al torneo di Doha: un successo netto, in due set, che ha fatto capire subito quanto Berrettini fosse determinato a lasciarsi alle spalle mesi complicati. Il lavoro invernale ha pagato anche sul piano fisico, dove Matteo ha finalmente ritrovato continuità. Dopo buoni piazzamenti nei tornei successivi, si è presentato a Indian Wells con ambizioni legittime.

Nel deserto californiano ha superato agevolmente i trentaduesimi, ma si è fermato ai sedicesimi di finale, battuto dal greco Tsitsipas in due set. Una sconfitta che brucia, ma non cancella quanto di buono fatto nei mesi precedenti. Grazie a questa serie di risultati, The Hammer è riuscito a rientrare nella Top 30 del ranking ATP, un traguardo che fino a pochi mesi fa sembrava lontano anni luce. Ora la sua attenzione si sposta sulla stagione sulla terra battuta, terreno dove ha sempre saputo dire la sua, in attesa degli appuntamenti clou tra Montecarlo, Madrid e Roma. Per Berrettini, il 2025 è l’anno della rinascita. La strada è lunga, ma il peggio sembra alle spalle, mentre la scaramanzia continua ad invadere le sue giornate.
Berrettini confessa: “Scaramanzia? E’ da insicuri”
La vita fuori dai campi per Matteo Berrettini è un po’ particolare, con un padre che lo segue ovunque e i piccoli gesti quotidiani che rientrano in una zona d’ombra tra rii scaramantici e gesti abitudinari. Lo ha confessato anche lui, ospite del podcast Tintoria: “Io uso certe cose: fare la borsa in un certo modo, mettere la racchetta in un altro, bere l’acqua e certi integratori, per darmi ordine e stare dentro al flow”. In realtà The Hammer non sopporta la scaramanzia e ritiene che sia solo governata da una sorta di insicurezza, anche se suo padre non sarebbe d’accordo.

E’ curioso infatti l’aneddoto legato a uno Slam del passato: “La prima volta che sono arrivato in semifinale di Slam, che dura due settimane, lui ha mangiato la stessa cena ogni sera: pizza capricciosa e polpette. A fine torneo c’aveva una faccia gonfia”. Difficile dire se i riti scaramantici abbiano una loro rilevanza, sta di fatto che durante la Coppa Davis dello scorso anno, il padre del tennista romano ha insistito per farsi dare lo stesso posto, nella stessa fila, ad ogni match: “Alla fine mio padre ti dice: ‘Visto? Avete vinto'”.