Jannik Sinner ha già scontato un mese di stop dal patteggiamento con la WADA, eppure si continua a parlare di lui. Spuntano fuori altre dichiarazioni che gettano ulteriore benzina sul fuoco.
Iniziata ufficialmente il 9 febbraio, la squalifica di Jannik Sinner si protrarrà ancora fino ai primi di maggio ed esattamente a pochi giorni dall’apertura degli Internazionali di Roma. Lui sta vivendo nel silenzio e lavorando duramente per tornare a imbracciare la racchetta ancor più forte di prima, ma intanto proseguono le diatribe e le polemiche sul caso Clostebol che ha praticamente monopolizzato l’informazione degli ultimi mesi.

Non è certo una novità che gente come Kyrgios abbia di che dire sulla vicenda, tuttavia ci sono stati anche silenzi che hanno fatto male al tennista numero uno al mondo. Tra chi ritiene Sinner un privilegiato e chi invece lo ha difeso a spada tratta – ad esempio Feliciano Lopez che lo ha ritenuto sempre innocente – c’è anche chi col sistema antidoping non va proprio d’accordo. Basti pensare alle recenti dichiarazioni di Magnini, nuotatore che ha dovuto tribolare non poco con il doping e che ha ritenuto l’intero procedimento Clostebol totalmente sbilanciato rispetto al trattamento riservato ad altri sportivi. Insomma, ognuno vuole dire la sua mentre gli Indian Wells procedono spediti senza Sinner, il quale proprio di questo periodo fu trovato positivo al Clostebol un anno fa.
Caso Clostebol, De Minaur: “Ci hanno nascosto tutto”
Alex De Minaur ha sempre ritenuto Jannik Sinner uno dei suoi modelli sportivi e personali, proprio quel Sinner che agli ultimi Australian Open non ha lasciato scampo all’australiano battendolo ai quarti di finale davanti al proprio pubblico. I due sono legati da una stima reciproca che va avanti da molto tempo e De Minaur, impegnato recentemente a Indian Wells, non rientra tra quelli che “ce l’hanno con Sinner”.

Intervistato dal giornale The Age, De Minaur ha chiarito che gran parte dei colleghi dell’altoatesino non hanno digerito il comportamento degli organi responsabili del procedimento Clostebol. Sono cresciuto con lui (Sinner), conosco quali sono i suoi valori e ciò che ha fatto dentro e fuori dal campo. Non ho altro che cose fantastiche da dire su di lui – ha dichiarato De Minaur, confermando la sua stima nei confronti del numero uno al mondo. Il tennista australiano non ha riservato lo stesso trattamento alla WADA: “La riflessione comune a molti giocatori è legata al modo in cui si è svolto il processo. A tutti è sembrato sfuggire qualcosa perché siamo stati tenuti all’oscuro fino alla fine. Ecco cosa ha causato un certo tipo di reazioni”.