Il tennista italiano messo sotto accusa nuovamente: doccia gelata per il numero 1 al mondo, la colpa è di Novak Djokovic
Fermo per altri due mesi, spettatore dei Masters 1000 americani e anche dei successi tornei. Jannik Sinner resta però numero 1 al mondo, ma anche punto di riferimento per il tennis mondiale.

Logico quindi che venga preso come esempio per i giovani che provano ad affacciarsi ad alti livelli. Giovani come Joao Fonseca, 18enne brasiliano, numero 80 al mondo, soprannominato in patria Sinnerinho, ovvero piccolo Sinner. Ed in effetti un po’ tutti rivedono in Fonseca il percorso fatto dall’altoatesino per esplodere ai massimi livelli.
Il modo di giocare del brasiliano richiama quello di Sinner, a vederlo in campo viene subito in mente il campione italiano. Il paragona, insomma, viene spontaneo un po’ a tutti, ma non a Novak Djokovic che invece dimentica proprio il numero 1 al mondo e paragona Fonseca con Alcaraz. Il serbo, che ultimamente si è schierato dalla parte di Kyrgios nella sua battaglia contro Sinner, ha rincarato la dose dicendo che Fonseca può diventare leader del ranking, ma tirando in ballo Alcaraz invece che il 23enne di San Candido.
Sinner, Djokovic lo dimentica: “Fonseca come Alcaraz”
Djokovic nel parlare del giovane collega brasiliano, indicato da tutti come uno dei futuri protagonisti della scena mondiale, lo paragona ad Alcaraz.

“Quando si è così giovani e si gioca ad alto livello è bello – le parole del tennista serbo –, ma potrebbero arrivare pressioni e aspettative, da parte sua o degli altri. Fonseca sembra gestire tutto questo molto bene“. Djokovic quindi continua affermando di non aver conosciuto personalmente il brasiliano, ma elogia il suo modo di tenere in campo: “Da quello che ho visto e da come si comporta sul campo, sembra che abbia un ottimo livello di equilibrio, di professionalità e dedizione. Quello che abbiamo visto negli ultimi due anni – il paragone che farà discutere – con Alcaraz“.
Sinner dunque ignorato da Djokovic, in uno scontro che il serbo sta portando avanti al fianco di Kyrgios, in maniera però meno esplicita rispetto all’australiano. Poco cambia per il numero 1 al mondo che è abituato a far parlare gli altri e prendersi le sue rivincite sul campo. Non potrà farlo nei prossimi due mesi, ma da Roma in poi avrà di nuovo l’opportunità di ‘vendetta’ contro chi lo ha attaccato duramente. Vincere per silenziare tutti e magari per dimostrare a Djokovic che il termine di paragone per i nuovi talenti del tennis mondiale è lui.