Novak Djokovic non è solo un campione di tennis. Nel corso della sua carriera, ha dimostrato più volte di sapersi reinventare, affrontando avversari, critiche e infortuni con una determinazione quasi sovrumana.
Con 24 titoli del Grande Slam – più di chiunque altro nel tennis maschile – Djokovic ha dominato l’era moderna, lasciandosi alle spalle persino i suoi grandi rivali come Roger Federer e Rafael Nadal. Il serbo ha conquistato praticamene ogni trofeo possibile, partendo dai quattro major fino ai Masters 1000, oltre a passare più settimane di chiunque altro in vetta al ranking ATP. Ma non è stata sempre una strada in discesa. Nel 2017, un infortunio al gomito lo ha messo fuori gioco per mesi, costringendolo a un’operazione che ha rischiato di stroncargli la carriera. Molti lo davano per finito, ma Djokovic ha risposto con una rinascita incredibile ed è tornato a vincere: da Wimbledon del 2018 il suo è stato un cammino in ascesa.

Nel 2024, però, la lesione al menisco rimediata durante il Roland Garros ha rischiato nuovamente di comprometterne la carriera. Pur soffrendo visibilmente, ha stretto i denti e ha provato a continuare, ma il dolore lo ha costretto a un intervento immediato. Ancora una volta, in molti si erano chiesti se sarebbe mai tornato al top, ma riecco Djokovic emergere nuovamente. Il serbo ha avuto quindi un bel da fare con i problemi fisici, tanto che l’ex tennista ha decretato la sua morte sportiva.
Djokovic condannato, Tursunov: “E’ la sua morte tennistica”
Il 2025 non è stato un anno tanto migliore rispetto al 2024, poiché durante l’Australian Open, l’infortunio alla gamba sinistra lo ha costretto al ritiro in semifinale. Il pubblico non è stato clemente in quel frangente, con qualche fischio che ha sorpreso persino gli addetti ai lavori. Ma chi conosce Djokovic sa che il serbo ha sempre la risposta pronta e la pubblicazione su Instagram dei suoi esami radiologici ha rimesso a posto tutti i suoi detrattori.

Hanno fatto scalpore le parole rilasciate da Dmitri Tursunov su SportKlub, il quale si è espresso sulle condizioni fisiche di Nole senza mezzi termini: “Il suo corpo è il nemico più temibile in questo momento per lui. È ancora motivato e vuole vincere, ma nel tennis il senso di immortalità si perde molto rapidamente e i risultati ottenuti in passato vengono rapidamente dimenticati. Non importa come cerchi di ingannare il tempo, la sua morte tennistica sta già avvenendo”.